Diciotto anni fa festeggiavano fianco a fianco la vittoria in Champions League con il Milan. Era il 23 maggio 2007 e ad Atene, contro il Liverpool, Andrea Pirlo regalava a Filippo Inzaghi uno degli assist più rocamboleschi della sua carriera: punizione deviata dallo stesso Pippo che beffava Reina, firmando l’1-0. Una rete diventata iconica.

Oggi, a distanza di quasi due decenni, potrebbe essere proprio Inzaghi a “ricambiare il favore” all’amico di tante battaglie rossonere e in Nazionale. Come racconta Nicolò Schira su Tuttosport, infatti, l’addio imminente di Inzaghi al Pisa potrebbe aprire le porte a Pirlo, possibile nuovo allenatore del club toscano.
Inzaghi saluta: scelta Palermo e dubbi sul progetto Pisa

Dopo aver riportato il Pisa in Serie A dopo 34 anni, Inzaghi ha comunicato alla dirigenza nerazzurra l’intenzione di non proseguire. Alla base della decisione, spiegata sempre da Schira su Tuttosport, ci sono due motivi principali:

La proposta triennale del Palermo, determinato a tornare nella massima serie.

Dubbi sulla competitività del progetto Pisa, che sembra orientato verso una filosofia fondata sui giovani e sul player-trading, in stile Empoli.

Per Inzaghi, reduce da esperienze amare a Benevento e Bologna, questa volta l’obiettivo salvezza non può essere fallito. Il rischio sarebbe quello di consolidare l’etichetta scomoda di allenatore poco adatto alla Serie A.

Nonostante il contratto valido fino al 2026, le parti stanno lavorando alla separazione.
Pirlo in pole per la panchina

Nel frattempo, il Pisa si guarda intorno. Il nome più forte per il dopo-Inzaghi è proprio Andrea Pirlo, ex tecnico della Juventus (con cui ha vinto Coppa Italia e Supercoppa nel 2021) e attualmente libero. I primi contatti tra l’allenatore e il direttore generale Giovanni Corrado sarebbero stati positivi durante il weekend.

Pirlo è ora in vantaggio su altri candidati come Paolo Vanoli, Alberto Gilardino, Eusebio Di Francesco e il più defilato Mark Van Bommel.
La suggestione della staffetta tra amici

Una staffetta che avrebbe del simbolico: due eroi del Mondiale 2006, due ex compagni legati da una profonda amicizia, due figure iconiche che si scambiano idealmente i ruoli. Per una volta, sarebbe Inzaghi a vestire i panni dell’assist-man, favorendo l’arrivo in panchina dell’amico Pirlo, che da giocatore era solito mandarlo in gol.

Chi l’avrebbe mai detto, all’epoca di Milan e Berlino?