Ci sarà contro la Germania

Spalletti pronto a convocarlo - ILovePalermoCalcio.com (Foto LaPresse)

È un Luciano Spalletti diretto, critico con se stesso ma anche con il sistema, quello che si è presentato in conferenza stampa al termine della gara contro la Moldova. Il commissario tecnico della Nazionale ha toccato vari temi: dalle esclusioni eccellenti, alla condizione fisica degli Azzurri, fino alle sue responsabilità nella gestione tecnica.

Senza nascondersi, Spalletti ha ammesso:
«Ho fatto male e per certi versi è giusto che io vada a casa. Però non do le dimissioni perché penso di poter fare meglio. Ma se mi viene detto che non sono più quello giusto, allora firmo la risoluzione. Ho lasciato la Nazionale come quando l’ho trovata, tale e quale».
«Acerbi? Gli ho chiesto scusa. Ma volevo dar forza ai giovani»

L’allenatore ha chiarito anche la situazione legata a Francesco Acerbi:
«Spero che a quelli che rifiutano la Nazionale ci sia qualcuno che gli dice che in Nazionale non tornano più. Io in quella risposta lì mi sarò comportato anche male, ma poi c’è stato un dialogo telefonico. Gli ho chiesto scusa e lui mi ha detto: “Mister, se mi dice così è tutto ok…”».

Spalletti ha spiegato che inizialmente aveva scelto di escludere Acerbi per dare spazio ad altri:
«Prima me ne ero privato perché volevo dar forza a Calafiori, a Buongiorno, si stava preparando Leoni. Sono convinto che anche altri avrebbero fatto questa scelta. Ho detto “Quanti anni ha?” facendo i conti in vista del prossimo Mondiale. Acerbi sul finale di stagione è stato il migliore di tutti».

Ma il problema, ha aggiunto, è anche fisico:
«Avevo portato anche qualcuno in più ma poi a livello fisico siamo logori, ciucciati… Così diventa difficile se non hai muscoli né gambe. Tonali va sempre, ha un nervo quasi da africano, ma ora è così. Quasi tutti».
«Serve gente da uno contro uno. Ho chiamato Chiesa, Zaccagni, Zaniolo…»

Il CT ha poi spostato il focus sul tipo di giocatore necessario per il calcio moderno:
«Ci vogliono gambe feline e muscoli africani, nervi di quelli dell’uno contro uno. Ci vuole questa gente qui, perché quando trovi quello che fa la guerra e l’altro che ha resistenza e corsa, diventa difficile. Dobbiamo privilegiare i giocatori che fanno l’uno contro uno. Per me, tutte le squadre dovrebbero averne almeno due».

Infine, ha raccontato le ultime difficoltà di formazione:
«Io ho anche telefonato a Chiesa ma non ha mai giocato. Zaccagni stava male, mi ha chiesto di restare a casa… Zaniolo non gioca più. Però questi da uno contro uno andrebbero messi per regola, sono quelli che fanno la differenza».