Repubblica: “Sicilia, campi di calcio e padel con i fondi regionali erogati senza controlli”

Campetti da calcio, impianti per il padel e strutture sportive affidate ai Comuni. Un piano che sembrerebbe virtuoso, se non fosse che manca quasi tutto ciò che dovrebbe accompagnarlo: relazioni tecniche, stime dei costi, convenzioni, pareri istruttori. Come rivela Miriam Di Peri su «la Repubblica – Palermo», la Regione siciliana ha autorizzato l’erogazione di quasi sei milioni di euro a una quarantina di enti locali senza alcuna istruttoria tecnica preventiva.
Lo ha scritto nero su bianco il dirigente Giuseppe Librizzi in una lettera datata 8 maggio, inviata alla dirigente generale Maria Concetta Antinoro, precisando che i fondi sono stati trasferiti «senza richiesta e senza esame tecnico dei progetti». L’elenco degli interventi è lungo e distribuito: 25 mila euro per attrezzature da tennis a Capaci, 40 mila per un campo da padel a Casteltermini, 2,1 milioni di euro per la ristrutturazione del campo “Nino Novara” a Ribera. Ma nessuno di questi importi è accompagnato da una documentazione tecnica che giustifichi la spesa.
Tutto deciso dai deputati, non dai tecnici
Secondo quanto riportato ancora da la Repubblica – Palermo, la logica che ha guidato la ripartizione dei fondi è politica, non tecnica. Lo ammette la stessa delibera dell’assessorato al Turismo, che «prende atto dell’individuazione diretta da parte del legislatore degli interventi finanziati». In altre parole: i deputati dell’Ars hanno deciso cosa finanziare e a che prezzo, i tecnici regionali hanno solo registrato e controfirmato.
È il risultato della legge finanziaria approvata a gennaio, modificata in extremis dopo lo scandalo Auteri, che aveva svelato finanziamenti diretti a una società legata a un deputato regionale. Il correttivo introdotto ha permesso di limitare i fondi solo a Comuni ed enti ecclesiastici, evitando associazioni e privati. Ma la promessa di maggiore rigore non ha retto alla fase esecutiva.
Entro 60 giorni i Comuni dovranno giustificare le spese
Il decreto del 28 maggio autorizza la spesa e impone due scadenze: 60 giorni per presentare i progetti esecutivi e altri 60 dalla fine dei lavori per fornire collaudi, certificazioni e rendicontazioni dettagliate. È a quel punto che si giocherà la partita dei controlli, secondo quanto assicura l’assessora al Turismo Elvira Amata.
«È vero, mancano istruttorie, progetti e pareri tecnici – ha dichiarato Amata – ma con le procedure classiche i tempi si sarebbero allungati troppo. I Comuni hanno elaborato i progetti con i loro uffici tecnici, e l’assessorato verificherà tutto alla fine. La Sicilia ha una carenza impiantistica gravissima: questa è una risposta concreta alla domanda crescente di sport tra i giovani».
Come sottolinea ancora Miriam Di Peri su «la Repubblica – Palermo», però, nessun atto giustifica perché la ristrutturazione del palazzetto di Altofonte costi 80 mila euro, o perché il campo di Enna richieda 600 mila euro, o Marineo 150 mila per un nuovo impianto. Cifre, oggi, decise a tavolino, senza un foglio tecnico a sostegno.