Palermo-Dionisi, addio tra incomprensioni e dichiarazioni infelici: un anno di distanze mai colmate

L’avventura di Alessio Dionisi a Palermo è finita, e a tracciare il bilancio di questa stagione amara è Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, con un’analisi che mette in luce tutti i passaggi chiave di un rapporto mai realmente sbocciato tra il tecnico e la piazza rosanero.
Feeling mai nato e scelte discutibili
Fin dalle prime uscite stagionali, l’entusiasmo con cui Dionisi era stato accolto si è scontrato con una squadra in difficoltà: poche reti, prestazioni incolori e punti persi contro avversari sulla carta abbordabili. Nonostante la carica trasmessa dagli spalti, come nell’allenamento a porte aperte sotto la curva, sul campo il Palermo non ha mai trovato continuità.
Scelte tattiche e spogliatoio spaccato
La gestione tecnica è apparsa sin da subito contraddittoria. Dionisi in conferenza di presentazione aveva escluso l’utilizzo della difesa a tre, ma a gennaio ha virato proprio su quel modulo, sconfessando le sue dichiarazioni iniziali. Contestualmente, ha messo fuori rosa elementi come Saric, ha lasciato partire Appuah – su cui aveva espresso grande fiducia – e ha relegato Brunori ai margini, affermando che «gioca chi spinge di più in allenamento».
Rimonte subite e scarico di responsabilità
Le sconfitte più amare sono arrivate con modalità discutibili: dalla rimonta dello Spezia a quella della Cremonese, entrambe a partita quasi conclusa. In quelle occasioni Dionisi ha parlato di «crampi» e di episodi, difendendosi con frasi che hanno irritato la tifoseria: «L’allenatore non va in campo, non fa gol e non li subisce».
Dichiarazioni infelici e tensione con l’ambiente
A peggiorare la percezione del suo operato, una lunga serie di dichiarazioni ritenute fuori luogo: come quando ha commentato ironicamente gli striscioni di contestazione («Non ho visto la foto, sono venuto bene?») o ha minimizzato la scarsa partecipazione dei tifosi a Castellammare con un semplice «mi dispiace». Solo dopo il ko con il Cesena Dionisi ha ammesso, per la prima volta, che «sono stati fatti errori da tutti».
Il colpo finale
La sconfitta contro la Juve Stabia – con un Palermo privo di idee e incapace di costruire occasioni – ha chiuso definitivamente l’esperienza del tecnico, che ha descritto il gol subito come «un fulmine a ciel sereno». Una frase che riassume, secondo Arena, l’intero anno: parole che hanno spesso mancato l’empatia con l’ambiente, peggiorando una situazione già delicata.