Norrito: «Palermo, è il momento di sotterrare l’ascia: la A sarebbe della città»

Nel quotidiano di oggi in edicola, la Repubblica Palermo, la voce di Massimo Norrito si leva chiara: è tempo di mettere da parte le divisioni e di guardare tutti nella stessa direzione. Nonostante le critiche — forti, nette, costanti — rivolte per mesi al Palermo targato Dionisi, l’appello adesso è per un cambio di passo, per ritrovare una convergenza negli intenti in vista dei playoff.
Come ha ricordato Norrito nel suo editoriale, per tutta la stagione il giudizio su questa squadra è stato severo: «avete letto critiche feroci nei confronti di questo Palermo. Avete letto dell’assenza di gioco, della fragilità caratteriale, della distanza tra allenatore, squadra e città». Tutto vero, tutto legittimo. Ma oggi, con l’accesso ai playoff in tasca, arriva il momento di voltare pagina.
Secondo Norrito, infatti, la frattura tra una parte della tifoseria e il club è ormai sotto gli occhi di tutti. Eppure, continua, «non è il momento di esasperare una divisione già profonda». La contestazione, pur comprensibile nelle ragioni, rischia di diventare controproducente nella forma e nella tempistica.
L’invito è quindi a tornare a tifare Palermo. Perché «la Serie A sarebbe della città prima ancora che del Palermo», scrive Norrito, sottolineando il valore simbolico e civico di una promozione. Una promozione che resterebbe nel cuore della città e della sua gente, a prescindere dai nomi — destinati a passare — di dirigenti, allenatori e calciatori.
In questo contesto, l’esempio di Matteo Brunori risalta come un faro. «Contro il Frosinone ha fatto vedere cosa significa essere capitano», scrive ancora Norrito. Non solo per i due gol, ma per l’atteggiamento: recuperi difensivi, spirito di sacrificio, abnegazione. Un messaggio potente, anche per chi aveva dubbi sulla sua centralità nel progetto.
Per Norrito, il momento è ora. Ora che il Palermo ha ancora qualcosa da giocarsi. Ora che serve compattezza, rispetto dei ruoli e unione d’intenti. Perché — come chiude lui stesso — «ci sono strade diverse per raggiungere lo stesso traguardo, ma la meta è una sola».