De Biasi: «Ho detto no a una panchina per il matrimonio di mia figlia. Ora aspetto una proposta affascinante»

Gianni De Biasi, ex rosanero e ct di Albania e Azerbaigian Foto Ilovepalermocalcio.com Pasquale Ponente
A raccontare le emozioni di Torino-Udinese c’è chi quelle due panchine le ha vissute entrambe: Gianni De Biasi, protagonista nel 2005 come primo allenatore scelto da Urbano Cairo appena divenuto presidente granata, e nel 2009-2010 anche tecnico dell’Udinese. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, De Biasi rivive quel doppio legame e riflette sul suo futuro.
«Il Torino? Cairo ha costruito un modello»
«Da quando le ho lasciate – spiega De Biasi – sia il Torino che l’Udinese sono cambiate molto. L’Udinese era già avanti ai tempi, con il lavoro di Zaccheroni e Spalletti. Ma il Toro ha fatto passi enormi. Oggi è una società strutturata e solida, e il merito va tutto a Cairo, che ha messo in sicurezza i conti e dato stabilità tecnica e finanziaria. Ai miei tempi il Toro lottava sempre per restare a galla, ora è un modello da seguire».
Proprio lui, del resto, fu il primo tecnico della gestione Cairo: «All’inizio il presidente doveva ancora imparare il mondo del calcio. Ha pagato lo scotto, ma è cresciuto moltissimo. È il presidente più longevo della storia granata e oggi è anche una figura centrale del calcio italiano. Nonostante due o tre esoneri, tra noi è rimasta una grande stima reciproca».
Su Vanoli e Runjaic: «Mi piacciono entrambi»
L’intervista prosegue con un’analisi dei due allenatori protagonisti della sfida di Pasquetta: «Vanoli mi piace, è concreto e non un venditore di fumo. Runjaic è stata una scoperta, ha confermato le qualità che avevano convinto l’Udinese a puntare su di lui».
E su Torino-Udinese, De Biasi osserva: «È una partita che ha il suo peso. Serve per migliorare la classifica e per fare valutazioni in vista del futuro. Queste gare di fine stagione aiutano a capire su chi si può contare e cosa migliorare per l’anno prossimo».
Futuro? C’è prima un matrimonio
Sul proprio futuro professionale, De Biasi rivela a La Gazzetta dello Sport una scelta personale: «Ho rifiutato una proposta importante perché il 14 giugno si sposa mia figlia. In questo momento voglio dedicarmi a lei. Poi, sì, mi piacerebbe tornare ad allenare, magari una nazionale, dopo le esperienze bellissime con Albania e Azerbaigian. Ma non ho fretta: aspetto qualcosa di affascinante».