
L’inaffidabilità resta la costante del Palermo. Lo è stata per l’intero campionato e, come scrive Paolo Vannini sulle colonne del Corriere dello Sport, lo è stata anche giovedì sera nella sconfitta contro il Sudtirol. Un ko maturato in rimonta, firmato da una squadra esperta e compatta come quella guidata da Fabrizio Castori – squalificato ma presente in tribuna stampa – che ha celebrato nel migliore dei modi la sua 572ª panchina in Serie B, record assoluto della categoria.
Una partita che, come sottolinea ancora Vannini, è diventata l’ennesimo manifesto del Palermo “double face”: una squadra capace di ottimi primi tempi, spesso brillanti e convincenti, ma regolarmente in difficoltà nella ripresa. Un limite che il tecnico Dionisi non è mai riuscito a correggere. Anzi, oggi allarga le braccia, impotente, di fronte alle domande sull’ennesimo blackout post-intervallo.
Mai una rimonta, troppi punti gettati
Il dato è impietoso. Come evidenziato dal Corriere dello Sport, il Palermo ha perso ben 13 punti da situazioni di vantaggio, mentre non ha mai vinto una partita in cui era passato in svantaggio. Ma non basta: il gol incassato dal Sudtirol a inizio secondo tempo è l’ennesima replica di un copione già visto a Modena, Reggio Emilia, contro il Mantova, ma anche – seppur in parte – a Catanzaro.
I numeri parlano chiaro: nei primi tempi, il Palermo ha incassato appena due reti nelle ultime undici gare. Poi però, la squadra implode. Calo fisico, mentale, incapacità di reagire: gli elementi si intrecciano in un mix frustrante, che neanche l’allenatore riesce a spiegare. «Ne abbiamo parlato spesso con i ragazzi, abbiamo provato anche con le maniere forti – ha detto Dionisi – ma la cosa continua a ripetersi».
E come se non bastasse, si aggiungono anche errori individuali, spesso da parte dei giocatori più esperti. Contro il Sudtirol, è stato Blin a perdere il pallone che ha portato al rigore decisivo.
Il Palermo che si spegne nei secondi tempi non è più una sorpresa. Il problema è che, come scrive ancora Paolo Vannini sul Corriere dello Sport, non sembra esserci una cura all’orizzonte. E la sensazione – sempre più forte – è che Dionisi stesso ne sia consapevole.