Nel calcio, si sa, la passione può divorare anche i momenti di gloria. È quello che è accaduto venerdì sera al Barbera, dove la vittoria contro il Frosinone – decisiva per l’accesso ai playoff – è stata oscurata da una contestazione feroce, durata novanta minuti. Come scrive Luigi Butera sul Giornale di Sicilia, neanche nei momenti più difficili dell’era Zamparini o durante le gestioni locali segnate da stipendi pagati solo dopo decreti ingiuntivi si era mai assistito a un clima così teso.

Lo strappo tra la curva e la società è evidente. Da un lato, il tifo organizzato che rivendica passione e identità; dall’altro, un club che, nella visione della proprietà inglese, incarna logiche aziendali e di calcio-business. Due mondi opposti, che però dovrebbero condividere almeno una meta: il miglior risultato sportivo possibile per il Palermo.

Errori, investimenti e un’occasione da non sciupare

Non si può negare che siano stati commessi errori, dalle scelte estive fino alla gestione di Alessio Dionisi, prima dato per dimissionario e poi confermato. È evidente che il Palermo non avrebbe dovuto arrivare alla penultima giornata per blindare il proprio posto nei playoff. Ma è altrettanto vero che la proprietà – come sottolinea ancora Butera – ha saputo intervenire con decisione a gennaio, investendo circa dieci milioni tra cartellini e ingaggi per portare a casa Pohjanpalo, Audero e Magnani. Una manovra salvifica che ha evitato scenari simili a quelli vissuti dalla Sampdoria, il cui crollo rischiava di essere replicato sotto il monte Pellegrino.

Clima cambiato, ma serve un ultimo sforzo

Oggi però il Palermo c’è, è dentro i playoff e ha ancora margini per migliorare il suo piazzamento. Come scrive Butera, “fare paragoni con il clima di tre anni fa è improponibile”: allora c’era Baldini, amatissimo, adesso c’è un allenatore avversato dalla piazza. Ma nel calcio i miracoli accadono anche dove non ci si crede più. Questo Palermo, pur non dando l’impressione di poter “moltiplicare pani e pesci”, ha ancora la possibilità di sorprendere.

L’appello, dunque, è alla città intera: domani contro la Carrarese, e nelle eventuali gare casalinghe dei playoff, serve un Barbera compatto. Perché, come scrive ancora Luigi Butera sul Giornale di Sicilia, “senza unione, non può esserci nessun miracolo.”