Brescia virtualmente fallito: scaduti i termini, la squadra è fuori dal calcio professionistico

Il Brescia Calcio è virtualmente fallito. È infatti ufficialmente scaduto il termine per il pagamento degli stipendi, dei contributi e della prima rata da versare all’Agenzia delle Entrate: un passaggio obbligatorio per ottenere la fideiussione necessaria all’iscrizione al prossimo campionato.

Il mancato adempimento segna la fine di un’epoca. La società, guidata da Massimo Cellino, non ha versato i circa 3 milioni di euro necessari. Il silenzio delle ultime ore si è trasformato in certezza: il Brescia è fuori dal calcio professionistico.

Davanti alla sede della società si stanno radunando alcuni tifosi, venti circa al momento, col cuore in frantumi e un senso di impotenza. Sul posto sono presenti due volanti della Polizia di Stato a presidiare la situazione. La città vive ore drammatiche, mentre si sgretola un pezzo della sua storia sportiva.

Il simbolo del Brescia, Dimitri Bisoli, non nasconde la propria amarezza. Il capitano, raggiunto da tanti tifosi e amici nelle ultime ore, ha confidato un pensiero semplice quanto struggente:
«Il Brescia è la mia vita, non mi interessa la categoria. Prendo in considerazione di restare, se ci sono le condizioni».

Bisoli ha passato l’intera notte cercando di convincere Cellino a fare un passo indietro, a salvare la squadra. Lo ha fatto anche attraverso i figli del patron. Tutto inutile.

Oggi resta solo il dolore di un popolo, e una maglia gloriosa che rischia di dover ripartire dal calcio dilettantistico. L’ipotesi Eccellenza prende corpo, mentre i tifosi cercano risposte. Ma soprattutto, cercano un futuro.