Repubblica: “Iachini e il Palermo, tra contestazione e speranza per il futuro”

I fischi e i cori contro Alessio Dionisi aumentano, così come il malumore della piazza, sempre più distante dal tecnico e ormai orientata verso un cambio immediato. Una situazione incandescente che, se non verranno trovati i giusti correttivi, rischia di esplodere definitivamente.

Ne è convinto Beppe Iachini, che nel 2013 prese in mano un Palermo in difficoltà e lo trascinò in Serie A con il record assoluto di 86 punti. Intervistato da Alessandro Geraci per Repubblica Palermo, l’ex tecnico rosanero ha parlato del momento della squadra, ricordando anche la sua esperienza sulla panchina del club.

«A volte capita di lavorare in periodi difficili», spiega Iachini. «Anche quando arrivai io a ottobre il clima era pesante e la squadra era tredicesima. C’era contestazione e pochi tifosi allo stadio. È servita un’applicazione intensa da parte di tutti per risalire e centrare l’obiettivo».

I risultati come unica chiave
Dopo il pareggio con il Mantova, i rapporti tra il tecnico e la tifoseria sembrano sempre più compromessi. «L’arma di un allenatore sono sempre e solo i risultati. Non si scappa. Palermo è una città importante, che ha vissuto la Serie A e ambisce a tornarci. Ha un organico con ottime potenzialità e una società forte alle spalle. C’è tutto l’occorrente per fare bene», sottolinea Iachini.

Cosa è mancato finora? «Purtroppo qualche punto in più e il giusto approccio in determinate partite. Il mercato è stato di spessore, sono arrivati giocatori di livello come Pohjanpalo, che può fare la differenza, Audero, che è di categoria superiore, e Magnani, un ottimo difensore. Ora tocca alla squadra dimostrare il suo valore in campo».

Pohjanpalo e Brunori possono convivere?
Secondo Iachini, la coesistenza tra i due attaccanti non è un problema. «Possono assolutamente giocare insieme. I giocatori di qualità trovano sempre il modo di completarsi. Il Palermo ha un reparto offensivo valido, con alternative importanti come Le Douaron e Di Francesco».

La ricetta per cambiare rotta
Per l’ex allenatore rosanero, la chiave è trovare un’idea di gioco chiara e una maggiore organizzazione. «Pressioni e aspettative ci sono, ma la squadra deve trovare il giusto atteggiamento. Anche per me non fu facile, il club veniva da una retrocessione con molte polemiche. Per centrare la promozione è servito tanto impegno».

Il problema del Palermo può essere anche mentale? «Sì, ho visto situazioni simili in passato. Ricordo ad esempio quando ripresi Vazquez: era fuori rosa, aveva già un biglietto aereo pronto, ma con i giusti input è rinato. Il Palermo ha bisogno di trovare continuità».

Un legame speciale con Palermo
Iachini non nasconde il suo legame con la città e con la squadra. «Ho ottenuto quattro promozioni, tutte belle, ma quella di Palermo è stata speciale. Qui sono stato anche giocatore, il feeling è rimasto fortissimo. Ricordo con emozione non solo la promozione, ma anche il fatto di aver riportato i tifosi al Barbera: nel girone di ritorno c’erano sempre 30.000 spettatori».

Il Palermo può ancora risalire? «Assolutamente sì. Mancano dodici partite, ci sono i margini per rientrare in corsa, entrare nei playoff e diventare la squadra da battere».