Palermo, Dionisi ha ragione. Ma il primo a dover cambiare è lui
Il tecnico ammette il problema mentale della squadra, ma come sottolinea Massimo Norrito su Repubblica Palermo, non può chiamarsene fuori: è lui il responsabile dello scempio

“È tutta colpa nostra”, ha detto Dionisi nel post partita contro il Südtirol. Un’ammissione piena, diretta, quasi liberatoria. Eppure, come evidenzia Massimo Norrito su la Repubblica – Palermo, c’è qualcosa che non torna. Perché sì, Dionisi ha ragione in tutto: il Palermo è molle, prevedibile, fragile. Ma non può limitarsi a prenderne atto.
Contro il Südtirol è andato in scena l’ennesimo copione già visto: gol in avvio, blackout nella ripresa, rimonta subita, cambi inefficaci, sguardi smarriti. È lo stesso Palermo che ha zoppicato per tutta la stagione, capace di accendersi per brevi tratti, ma incapace di tenere la rotta quando la corrente si alza. Un Palermo che sembra soffrire se stesso, oltre che gli avversari.
Un’analisi lucida. Ma disarmante
Dionisi ha analizzato la gara con lucidità. Lo ha detto: «È un problema che abbiamo. È una questione di testa. È un copione già visto». Difficile dargli torto, e infatti Norrito commenta: “Verrebbe da fargli un applauso”. Ma c’è un punto che non può essere ignorato: Dionisi non è un analista esterno, non è un tifoso né un giornalista. È il tecnico della squadra. Il responsabile numero uno.
E allora, se è tutto così chiaro, perché nulla cambia? Perché il Palermo continua a commettere gli stessi errori, con le stesse dinamiche e le stesse conseguenze? È qui che si genera il corto circuito, come lo definisce Norrito: “Dionisi sembra dire: le cose stanno così, ma io non so che farci”. E invece no. Proprio perché le cose stanno così da tempo, è impensabile che chi vive quotidianamente lo spogliatoio non riesca a incidere in modo strutturale.
Tutto già visto. E già detto
Dionisi parla di “problema mentale”, ma il Palermo non ha solo un crollo psicologico. Ha un’identità fragile, un sistema che non regge quando il contesto cambia, e una panchina che non offre risposte. I cambi non aiutano, alcuni giocatori sembrano spaesati (Vasic su tutti), e l’impressione è che si navighi a vista, in attesa del prossimo errore.
L’unico sollievo è che gli altri sbagliano quanto i rosanero, e che la zona playoff rimane a portata di mano. Ma è un sollievo passeggero. Perché, come ricorda Norrito, “ai playoff può succedere di tutto. Perché il calcio è strano. Veramente strano”. Ma contare solo sulla stranezza del calcio non è un piano, è una resa.
E allora sì, Dionisi ha ragione. Ma se davvero vuole cambiare qualcosa, deve cominciare da sé.