Nel corso di questa stagione, Pietro Ceccaroni si è affermato come uno dei punti di riferimento della difesa rosanero, grazie alla sua versatilità e all’impegno costante in campo. In un’intervista rilasciata a Massimiliano Radicini per il Giornale di Sicilia, il difensore ha analizzato il momento della squadra dopo il pareggio con lo Spezia, il nuovo assetto tattico e le prospettive per il resto del campionato.

Ceccaroni, il risultato dell’ultima partita contro lo Spezia ha lasciato l’amaro in bocca, come avete digerito questo 2-2?
«Non è stato facile, dopo la partita l’umore della squadra non era sicuramente positivo. Non eravamo contenti perché avevamo fatto fino all’ottantesimo la partita che avevamo preparato. Sapevamo che era un campo difficile, dove serviva una gara più di lotta e sacrificio piuttosto che di bel gioco. Avevamo fatto tutto bene, però purtroppo siamo tornati a casa con un grande rammarico, il risultato non è quello che ci aspettavamo, soprattutto dopo il doppio vantaggio».

Complessivamente che momento sta attraversando la squadra?
«Non stiamo raccogliendo quello che meritiamo, penso anche alla partita col Pisa in casa o a quella di Reggio Emilia dove abbiamo commesso poche o zero sbavature. Allo Spezia sicuramente abbiamo concesso di più, per errori nostri. La squadra secondo me sta attraversando un buon periodo, abbiamo alzato il livello della prestazione, ma i risultati ancora non arrivano. Questo deve darci consapevolezza che il lavoro che stiamo facendo è giusto e che dobbiamo insistere su questa strada. Detto questo, dobbiamo curare di più i dettagli, dobbiamo stare concentrati tutta la partita e non dare nulla per scontato».

Da inizio anno c’è stato il cambio dell’assetto tattico, siete passati a questo 3-5-2. Come si trova in questo nuovo schema dove gioca da braccetto sinistro?
«Bene, penso che sia il ruolo che mi piace di più e che, a livello di caratteristiche, posso esprimermi al meglio. Personalmente sono contento e credo che anche la squadra a livello di compattezza abbia trovato un giusto equilibrio. Stiamo facendo delle buone partite, però non ci possiamo accontentare. Dobbiamo alzare ancora di più il livello».

La classifica al momento dice migliori, ma andando all’ultimo posto dei play-off. Secondo lei la promozione è ancora un obiettivo raggiungibile?
«Io penso che bisogna guardare partita dopo partita, che è la cosa più importante. Poi sappiamo benissimo che il nostro obiettivo adesso deve essere quello di raggiungere i play-off e di farlo nel miglior modo possibile, ma se non ragioniamo partita dopo partita, l’obiettivo sembra ancora più complicato da realizzare. Sappiamo che siamo in una posizione di classifica non facile, abbiamo il dovere di crescere come squadra e di cercare di ottenere più punti possibili nelle prossime partite».

Cosa hanno apportato i nuovi acquisti?
«Sono giocatori molto forti, non sono io a doverlo dire, ma lo dicono le loro carriere. Si sono ambientati molto bene e, come gruppo, siamo stati bravi a farli inserire subito. Con lo Spezia hanno dato il loro contributo».

Da poco più di un mese c’è un nuovo direttore sportivo, cosa ha cercato di trasmettervi Osti?
«Ci ha detto che ha sempre vissuto il calcio, conosce bene la realtà di Palermo e ha voglia di riportare questa società dove merita. Sicuramente ci può dare una mano dal punto di vista mentale e della consapevolezza, perché la società ha dei grandi progetti e noi dobbiamo essere all’altezza di tutto questo».

Con che spirito arrivate alla sfida con il Mantova?
«Sicuramente dobbiamo mettere tanta rabbia per quello che è successo a La Spezia. Dobbiamo essere cattivi su ogni pallone, ogni situazione, perché queste partite si vincono con i dettagli. Sarà una gara difficile, come tutte in questo campionato. Loro stanno facendo bene, hanno una squadra organizzata e giocano bene a calcio. Noi però dobbiamo riprenderci quello che abbiamo lasciato a La Spezia».

Come sta vivendo la città e il suo ambientamento a Palermo?
«Molto bene. Mi sto trovando davvero bene sia come città che come persone. Siamo entusiasti di essere qui. Palermo è una città che vive il calcio e che sa trasmetterlo. Il calore dei tifosi lo sentiamo sempre».