Lucioni: «Palermo adesso è una corazzata. Fui costretto ad andare via e Dionisi non disse nulla»
Ha giocato 295 partite tra Serie A e Serie B, indossando 68 volte le maglie di Frosinone e Palermo. Fabio Lucioni, ex leader difensivo e specialista in promozioni, racconta a Repubblica Palermo la sua carriera, il legame con i tifosi e il nuovo percorso da direttore sportivo.
Lucioni ricorda con affetto entrambe le esperienze: «Con il Frosinone ho avuto la soddisfazione di vincere il campionato – ha raccontato nell’intervista rilasciata a Valerio Tripi per Repubblica Palermo – ma a Palermo ho scoperto una delle piazze più belle d’Italia. Devo ringraziare entrambe le società per l’opportunità che mi hanno dato».
A Palermo, però, le aspettative erano molto alte, complice il suo curriculum. «Facevo parte di un gruppo che arrivò in semifinale playoff – ha spiegato Lucioni a Repubblica Palermo – ma la squadra probabilmente non era ancora pronta al salto di categoria. Abbiamo comunque gettato le basi per una crescita che oggi si vede nei risultati e nell’organizzazione del club».
Il difensore si è poi soffermato sul legame con la città e i tifosi: «Ho apprezzato una realtà straordinaria. A Palermo si vive ventiquattr’ore al giorno per la squadra, il calore dei tifosi è fantastico».
Non poteva mancare un passaggio sul celebre episodio con Alessio Dionisi, diventato virale tra i tifosi. «Ho semplicemente fatto capire a un mio ex allenatore che non avevo nulla da dirgli – ha chiarito Lucioni a Repubblica Palermo –. Quando ero stato mandato via, non aveva espresso alcun pensiero nei miei confronti. Non c’era bisogno di farlo davanti a tutti, al Barbera».
Appese le scarpe al chiodo dopo l’infortunio all’anca, Lucioni è già direttore sportivo abilitato. «Non credo ci sia mai stato un “caso Lucioni” – ha sottolineato a Valerio Tripi per Repubblica Palermo –. Se un giocatore non rientra nei piani, basta dirlo con chiarezza al calciatore o al suo procuratore. Io lo avrei gestito con onestà».
Sul campionato in corso e sulle due ex squadre, il giudizio è netto: «Il Palermo è stato costruito come una corazzata, Inzaghi ha a disposizione tutto per vincere. Il Frosinone, con Alvini, ha fatto scelte funzionali. Ma la super favorita resta il Palermo».
Lucioni non nasconde un pizzico di rammarico: «Se non fosse stato per l’anca, avrei continuato a giocare. Ma a 38 anni un anno di riabilitazione non aveva senso. Ho scelto di guardare avanti».
Infine, una previsione sul torneo: «Mi aspetto la solita Serie B ricca di equilibrio, ma credo che il Palermo possa fare un percorso in solitaria. Dietro, invece, vedo grande bagarre».
