Laurienté: «Il nostro obiettivo è riportare il Sassuolo in Serie A»

Armand Laurienté/ fonte LaPresse- ilovepalermocalcio.com

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Armand Laurienté ha raccontato il momento del Sassuolo, capolista in Serie B e in piena corsa per il ritorno nella massima serie. L’attaccante francese, autore di 13 gol, di cui 7 decisivi, ha parlato dell’importanza della sfida contro il Pisa, del rapporto con Berardi e dell’impatto avuto dal tecnico Fabio Grosso.

«Il Pisa è forte, vogliamo prenderci una rivincita»

Laurienté sa che la gara di sabato al Mapei Stadium sarà fondamentale per consolidare il primato.

«È una partita decisiva come tutte quelle che mancano da qui alla fine, perché la Serie A non l’abbiamo ancora in tasca. Il Pisa è forte, difende bene, ha giocatori molto bravi davanti e non ti dà punti di riferimento. Dopo la sconfitta dell’andata abbiamo qualche rivincita da prenderci. Sabato vorrei uscire dal campo senza avere rimpianti».

«L’affiatamento è il nostro segreto»

Il Sassuolo ha segnato 58 gol in 27 giornate, dimostrando di essere il miglior attacco del campionato.

«Non ci sono segreti. La squadra ha grande qualità ed è guidata da un allenatore che propone gioco e sa come esaltare la fase offensiva. Forse un piccolo segreto c’è: molti di noi giocano qui da tempo, ci conosciamo, siamo affiatati. Fa la differenza».

«Berardi è un leader, ha l’assist nel sangue»

La coppia Laurienté-Berardi è una delle più incisive del torneo.

«Il suo modo di coinvolgere tutti è unico. È l’anima dello spogliatoio. Mette la sua esperienza al servizio della squadra, è un leader. E poi ha l’assist nel sangue: significa essere generosi, e lui lo è. Ricordo quando a San Siro mi lasciò il rigore contro il Milan. Sono cose che non dimentico».

Entrambi, dopo la retrocessione, hanno scelto di restare per riportare il Sassuolo in Serie A.

«Io, lui e altri. Abbiamo un debito morale verso il club, vogliamo riportarlo in Serie A».

«Dovevo solo ambientarmi»

Laurienté ha avuto un inizio di stagione complicato, tra voci di mercato e un rigore sbagliato contro il Catanzaro.

«Tralascerei il rigore perché quelli si segnano e si sbagliano. Avevo bisogno di capire la categoria, gli avversari, come muovermi in campo. Le voci di mercato non mi hanno condizionato, quelle ci sono ogni anno. Per tutti».

«Grosso ha dato la sua impronta»

L’impatto di Fabio Grosso sulla squadra è stato determinante.

«È un allenatore che si adatta ai giocatori, valorizzandone le qualità. Ha idee chiare ma, specie in attacco, ti concede libertà. Ha esperienza e autorevolezza: ha giocato in squadre importanti e ha vinto un Mondiale. Tutto ciò gli dà grande carisma».

A proposito del Mondiale 2006, Laurienté ha un ricordo particolare.

«Avevo sette anni, ma ricordo tutto: Trezeguet sbaglia, Grosso segna. Ci rimasi malissimo. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarebbe diventato il mio allenatore?».

«Conta solo riportare il Sassuolo in A»

Laurienté guida la classifica marcatori con 13 gol, a pari merito con Iemmello e Pio Esposito, ma il titolo di capocannoniere non è una priorità.

«Mi farebbe piacere vincerla, ma è secondaria. Esiste un solo obiettivo: riportare il Sassuolo in Serie A».

«La Serie A mi manca. Tornerò a gustarmela»

L’attaccante francese ha voglia di tornare a giocare ai massimi livelli.

«Mi manca il palcoscenico. Una volta che lo provi, non vedi l’ora di tornarci».

Inevitabile che in estate possano arrivare offerte, ma lui per ora pensa solo al presente.

«Intanto proviamo a riportare il Sassuolo in A, poi si vedrà».