CASTELLAMMARE DI STABIA – Quando tutto è perduto, tutto può essere possibile. Per gli altri. Non per questo Palermo, che chiude la stagione nel peggiore dei modi: eliminato dalla Juve Stabia nel turno preliminare dei playoff, senza lasciare traccia né orgoglio.

Una disfatta sportiva e gestionale che mette a nudo l’intero progetto targato City Football Group, al terzo anno di investimenti milionari e di fallimenti consecutivi. Più di 100 milioni di euro spesi, una rosa arricchita da innesti di livello come Audero, Magnani e Pohjanpalo, ma il risultato è uno solo: fuori subito, senza gloria e senza scuse.

Una stagione senza anima

Come scrive Luigi Butera sul Giornale di Sicilia, quella del Palermo è stata «una stagione sciagurata, senza stella cometa», iniziata con ambizioni da vertice e chiusa nel buio. L’ennesimo scempio si è consumato al “Menti” contro una neopromossa costruita con pochi mezzi, ma con idee chiare, gioco riconoscibile e fame vera.

La fotografia della stagione è tutta nella partita di ieri: una squadra spenta, senza reazione, senza carattere. E qui entra in gioco Alessio Dionisi, allenatore arrivato con la nomea del “giochista” ma diventato, giornata dopo giornata, un fardello.

Scelto per dare identità, Dionisi non è mai riuscito a trovare un assetto stabile, un’idea duratura, un cambio di marcia. Nemmeno nella gara decisiva. «Non si è mai capito quale fosse il piano partita», scrive Butera. E l’attesa risposta dei “gladiatori” invocati da Galassi, si è tradotta nell’ennesima prova da agnellini.

Errori tecnici, mentale assente

Il Palermo, che sarebbe dovuto aggredire la partita, ha preferito aspettare. Sperare. Appoggiarsi, ancora una volta, ai soliti automatismi lenti, prevedibili, inefficaci. Ha giocato per gestire, ma ha subito. E quando ha provato a reagire – tardi – era troppo poco.

I cambi di Dionisi sono arrivati tardi e senza peso. Pohjanpalo, simbolo della seconda parte di stagione, si è afflosciato nel momento clou, marcato con facilità da Peda, ex rosanero in prestito e mai considerato più di una settima scelta. L’errore di Baniya, che regala il gol a Adorante, è la macchia finale.

Ranocchia, Ceccaroni, e poi il vuoto

Le uniche due occasioni rosanero sono arrivate nel recupero, su colpo di testa di Ceccaroni (parato) e su tiro alto di Ranocchia. Troppo tardi. La Juve Stabia, invece, ha colpito un palo con Floriani e sfiorato il gol più volte, prima di segnare quello decisivo. Non ha vinto per caso: ha strameritato.

Dionisi e la resa dei conti

Nel dopo partita, Dionisi ha parlato di campo sintetico e di episodi. Ma il problema non è stato il tappeto del Menti: il problema è stato il Palermo, in tutta la sua inconsistenza. La squadra ha fallito con la Carrarese, si è consegnata alla Juve Stabia, e ora chiude una stagione senza crescita e senza carattere.

«Esistono anche le dimissioni», scrive Butera. Perché nella vita – conclude – i soldi non sono tutto. E forse, da Manchester, è arrivato il momento di rendersene conto.