Borsellino lancia l’appello, Accardi racconta il sogno: «I campetti salvano i ragazzi, io dal quartiere sono arrivato al Barbera»

Dal cemento del Villaggio Santa Rosalia allo stadio Renzo Barbera, fino a indossare la fascia da capitano del Palermo. È questa la storia di Andrea Accardi, oggi 30enne in forza alla Pistoiese, cresciuto tra i campetti di quartiere e approdato nel calcio professionistico. Una testimonianza autentica, raccolta da Valerio Tripi per la Repubblica Palermo, che incrocia il presente con il dibattito attuale sul degrado delle strutture sportive cittadine e sull’appello lanciato da Fiammetta Borsellino per salvare il campetto di piazza Magione.
«Tutto è iniziato sul campetto in cemento del quartiere — racconta Accardi — lì ho mosso i primi passi con il pallone fra i piedi. Rimanevamo a giocare dalla mattina fino a sera, finché non arrivavano i richiami per la cena. Ma alle prime chiamate non rispondeva mai nessuno».
La lezione del campetto: estro, psicocinetica e carattere
Per Accardi, i campetti di quartiere hanno un valore formativo unico:
«La scuola calcio ti insegna tanto, ma la fantasia e l’estro che impari in strada non hanno eguali. Al campetto sviluppi la psicocinetica: riconosci i tuoi compagni dal viso, non dalla maglia. E impari a diventare grande anche caratterialmente, giocando con i più grandi o i più prepotenti».
Il campetto del Villaggio Santa Rosalia, pur se di cemento, ha resistito nel tempo, anche se oggi appare in condizioni trascurate:
«Anche il nostro è stato abbandonato. Ma resta il campo del rione. Ogni estate si organizza il torneo delle villette. È un tutti dietro alla palla bellissimo. Molti dei ragazzi che giocavano con me non sono arrivati nel calcio professionistico, ma il campetto ha salvato tante vite, tenendole lontane da brutte strade».
L’appello di Fiammetta Borsellino e il ruolo del Palermo
Commentando l’appello di Fiammetta Borsellino per riqualificare il campo di piazza Magione, Accardi è chiaro:
«Tanti ragazzini di strada nei quartieri più difficili non sono tutelati dalle istituzioni. Mi auguro che il Comune intervenga e magari che fra quelli che giocano oggi possa esserci un calciatore di domani».
Il progetto “City in the Community”, promosso dal City Football Group, ha messo a disposizione 100 mila euro per riqualificare i campetti nei quartieri disagiati di Palermo, ma il Comune non ha ancora indicato le aree in cui intervenire.
«Fa rabbia — ammette Accardi — viene sottovalutato un progetto di forte valenza sociale. Recuperare i campetti sarebbe una gran cosa».
«Facciamo sognare i ragazzi, poi il resto verrà»
Infine, il ricordo del suo percorso personale, diventato un simbolo di ciò che è possibile fare partendo dal basso:
«Costanza e perseveranza mi hanno permesso di realizzare un sogno. Indossare la fascia del Palermo è stata l’apoteosi. Ma prima di tutto bisogna mettere i ragazzi in condizione di sognare. Il resto si vedrà».