Baldini: «Vivo per portare il Pescara in Serie B. E sogno l’alba in montagna con i miei cani»

Il tecnico del Pescara Silvio Baldini si gode il momento e carica l’ambiente dopo la vittoria sul Catania che ha rimesso gli abruzzesi in corsa per la promozione in Serie B. Intervistato da Ivano Di Sciascio per Tuttosport, Baldini parla della squadra, della passione dei tifosi e del suo calcio fatto di idee e coraggio.

«Lo stadio mercoledì ci ha trascinato. Questo è il calcio che amo, quello della gente. Mi tornano in mente i tempi del Covid, senza pubblico: che tristezza, che partite erano?».

«Siamo dominati dalle TV, ma il calcio è dei tifosi»

Baldini denuncia lo scollamento tra calcio e tifosi, soprattutto nei campionati minori:

«Oggi siamo dominati dai ritmi e dalle esigenze della televisione. Il calcio in TV a tutte le ore ha allontanato la gente dagli stadi. Prima c’erano tribune piene nei paesi, oggi restano in poltrona».

L’esempio di Kanté e la lezione di un talento perduto

Parlando della sua carriera e delle giovani promesse, Baldini racconta di aver allenato un talento incredibile, Luca Alberti, che però non mantenne le promesse:

«Un ragazzo straordinario ma sfortunato. Quando tornò in Eccellenza fece 20 gol da mezzala e portò la squadra in D. Era impressionante».

Ai suoi giocatori chiede soprattutto coraggio:

«Dico sempre ai miei ragazzi: niente calcoli. Abbiate coraggio. Almeno sette di loro, se non si perdono, sono già pronti per la Serie A. Devono credere di essere tutti Kanté. Perché Kanté si diventa, Maradona si nasce».

Il tifo per Musetti e la stima per Conte

Toscano e legato alla sua terra, Baldini non nasconde il tifo per Lorenzo Musetti, suo conterraneo:

«Abitava a due passi dallo stadio di Carrara. Se va in finale contro Sinner, tifo tutta la vita per lui».

E nonostante sia interista, fa il tifo per il Napoli di Antonio Conte:

«Sono interista da sempre, ma prima delle squadre metto le persone. E Conte è uno degli allenatori che stimo di più. Spero che vinca lo scudetto».

Il sogno dell’Under 21 e l’amore per la montagna

Il sogno di allenare l’Under 21, dice, rimane nel cassetto:

«Significa Olimpiadi, e per me è la cosa più bella dello sport. Ne parlai con Mancini a Coverciano, poi non ho saputo più nulla».

Intanto, il sogno immediato si chiama Serie B:

«Sogno e vivo ogni giorno per quel giorno. E quando accadrà, tornerò a casa e andrò a vedere l’alba in montagna con i miei cani. Lì c’è qualcosa di più rispetto a tutto il resto».