Dal grande Napoli di Sarri al ritorno in serie A: a 40 anni per “spostare gli equilibri”
Sarri/ fonte LaPresse- ilovepalermocalcio.com
Le sue condizioni di forma sono ottime, nonostante l’età, e il “cerchio” potrebbe chiudersi proprio in maglia azzurra…
Inutile girarci attorno: il Napoli di Maurizio Sarri è rimasto nella memoria collettiva come una delle squadre più spettacolari della Serie A moderna. Con il suo modulo 4-3-3 e una filosofia di gioco incentrata sul possesso palla e sulla costruzione dal basso, riuscì a portare entusiasmo e risultati straordinari. Ma era il gioco a stupire tutti: movimenti perfetti, non solo efficace ma anche esteticamente irresistibile, tanto da far parlare di “Sarrismo” in tutta Europa.
Il cuore pulsante di quella formazione era la costruzione dell’azione sin dalla difesa. I centrali, spesso Koulibaly e Albiol, cercavano subito il regista Jorginho, che con passaggi rapidi rompeva le linee avversarie. Da lì, le accelerazioni di Insigne e Callejon aprivano la strada alla finalizzazione, spesso affidata alla precisione di Higuain o alla profondità degli inserimenti di Hamsik e Allan.
La fase offensiva era il vero “marchio di fabbrica”: un pressing alto e costante, recupero palla rapido e verticalizzazioni immediate che mandavano in tilt le difese avversarie. Il Napoli riuscì a toccare la cifra impressionante di 91 punti nella stagione 2017/18, stabilendo un record ancora oggi leggendario, anche se non sufficiente per il titolo. La bellezza di quel calcio, però, rimase, e lo è certamnente ancora oggi, nella memoria dei tifosi più del risultato finale.
In difesa, oltre all’impostazione dal basso, c’era un’organizzazione a dir poco “ferrea”,con linee compatte, marcatura attenta e transizioni velocissime. La squadra concedeva pochissimo agli avversari e trasformava ogni recupero palla in un’opportunità offensiva. Un equilibrio raro, frutto di un lavoro maniacale di Sarri e di giocatori che si muovevano come un unico organismo.
Quella colonna della retroguardia azzurra
Tra i protagonisti di quell’epoca c’era un difensore centrale che divenne un punto di riferimento insostituibile. Alto, robusto e con una grande abilità nel gioco aereo, era il partner ideale per Koulibaly. Oltre alla forza fisica, portava in campo una notevole intelligenza tattica, interpretando alla perfezione sia la marcatura a uomo che la zona.
La sua versatilità gli permetteva di essere utilizzato anche come terzino destro o centrocampista difensivo. Pur non essendo un difensore “costrtuttore” come altri, aveva un gran controllo di palla ed una freddezza che dava molta sicurezza al reparto arretrato. La sua esperienza internazionale, maturata tra Spagna e Italia, lo rendeva un leader silenzioso ma determinante.

Il sogno di un ritorno in Italia
E proprio oggi si torna a parlare di lui, Raul Albiol, che ha compiuto 40 anni e si è svincolato dal Villarreal. Il giocatore continua a “guardare” alla Serie A e, in un’intervista al Corriere dello sport, ha spiegato che il sogno è quello di “chiudere la carriera in Italia. Non ho mai pensato al ritiro. Sono ancora competitivo e pronto a dare il massimo”. Parole che hanno subito acceso l’immaginazione dei tifosi, soprattutto di quelli del Napoli.
L’ex difensore azzurro ha smentito qualsiasi problema fisico, spiegando che l’assenza dal campo negli ultimi mesi non era legata a infortuni ma a scelte personali dell’allenatore. “Io sto benissimo. Nessun club che mi ha preso si è mai lamentato di me. So che posso ancora dare tanto”, ha sottolineato. Il cerchio potrebbe chiudersi proprio lì, a Napoli, dove ha vissuto alcune delle stagioni più belle della sua carriera.
