
Il Palermo vince 2-0 contro il Frosinone e centra con una giornata d’anticipo la qualificazione matematica ai playoff, ma il traguardo viene accompagnato da un clima surreale e di contestazione totale. Come racconta Luigi Butera su Tuttosport, al “Renzo Barbera” non c’è spazio per la gioia: gli ultras contestano allenatore, squadra e dirigenza, mentre sugli spalti appaiono gigantografie con la scritta “The End” e una “X” rossa su Dionisi e Gardini.
Un Palermo contestato ma vincente
La squadra rosanero, schierata da Alessio Dionisi con una difesa d’emergenza, parte tra i fischi e i cori contro. Anche il direttore tecnico del City Group, Giovanni Bigon, finisce nel mirino del tifo organizzato. Nonostante tutto, però, è il Palermo a trovare il vantaggio al 30′: Di Francesco serve Brunori, che si accentra e lascia partire un destro a giro imparabile per Cerofolini.
L’esultanza coinvolge solo una parte dello stadio, mentre la Curva Nord prosegue nella contestazione. E così il primo tempo si chiude tra i cori e un’atmosfera di tensione.
Brunori si ripete, il Frosinone affonda
La ripresa inizia sulla stessa falsariga, ma il copione in campo non cambia: dopo un’altra azione costruita da Di Francesco, è Gomes a servire Brunori, che firma la doppietta personale. Il Frosinone, in piena crisi e con la salvezza in bilico, reagisce timidamente: Kvernadze colpisce il palo, Partipilo segna ma è in fuorigioco, e poi anche il gol di Pecorino viene annullato per un fallo su Audero.
Tra rabbia e silenzi
Il Palermo chiude i conti e si prende i playoff, ma come sottolinea Butera su Tuttosport, allo stadio non c’è aria di festa. Nessun boato liberatorio, nessun entusiasmo travolgente. Solo fischi, cori e divisioni sugli spalti. Per il Frosinone, invece, la seconda sconfitta sotto la gestione Bianco pesa tantissimo: la squadra non vince da sei giornate e adesso dovrà conquistarsi la salvezza sul campo del Sassuolo.
Il Palermo, che martedì chiuderà la regular season contro la Carrarese, guarda avanti. Ma dovrà farlo senza il sostegno del suo pubblico, almeno per ora.