Strage di Monreale, parla Calvaruso: “Ho sparato per difendermi. Ma non ero l’unico armato”
L’unico arrestato racconta la sua versione: “Sono caduto dallo scooter e ho aperto il fuoco”. Le testimonianze: “Più persone hanno sparato”. Intanto i carabinieri cercano le due pistole e le moto usate

Salvatore Calvaruso, il 26enne finito in carcere con l’accusa di strage per il triplice omicidio avvenuto sabato notte nei pressi della Cattedrale di Monreale, ha fornito la sua versione dei fatti davanti ai carabinieri. Secondo quanto riportato da Francesco Patanè su la Repubblica Palermo, Calvaruso ha dichiarato di aver sparato solo per difendersi da un’aggressione.
“Ho usato una pistola trovata per strada”
«Sono caduto dallo scooter e a quel punto, dal borsello, ho estratto una pistola che avevo trovato qualche giorno prima nel mio quartiere, allo Zen. Ho cominciato a sparare verso i ragazzi che mi stavano aggredendo», ha detto Calvaruso. Non ricorda quanti colpi abbia esploso, ma sostiene di aver esaurito il caricatore e di aver sentito anche altri spari: «Non so chi ha sparato, ma non ero l’unico».
Il giudice per le indagini preliminari Ivana Vassallo ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere. Il referto del pronto soccorso, però, smentirebbe la tesi del pestaggio: nessun segno di violenza compatibile con un’aggressione di gruppo, solo un trauma all’occhio sinistro.
Le testimonianze: “Più persone armate”
La ricostruzione dei fatti si arricchisce con le testimonianze di amici e feriti. Nicolò Cangemi, uno dei superstiti, ha raccontato che dopo i primi spari ha rincorso e colpito Calvaruso, prima che un’altra persona intervenisse: «Mi ha sparato durante la colluttazione. Era tutto molto confuso, ma poi è arrivato un altro scooter e anche loro hanno aperto il fuoco».
Un altro testimone ha riferito di aver trovato l’amico Massimo Pirozzo agonizzante: «Per aiutarlo ho preso lo scooter nero lasciato da Calvaruso e l’ho portato all’ospedale Ingrassia. Durante il tragitto qualcuno ha cercato di farmi cadere a terra». La descrizione dell’aggressore – uomo basso, circa 1,55 metri, vestito di nero – combacia con quella di Calvaruso.
Le vittime e gli esiti delle autopsie
A perdere la vita quella notte sono stati Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvatore Turdo. I risultati delle autopsie, eseguite dai medici legali Stefania Zerbo, Tommaso D’Anna e Simona Pellerito del Policlinico di Palermo, indicano che:
Miceli è stato colpito al torace e ha tentato di sopravvivere: è morto il giorno seguente all’ospedale Civico dopo un intervento chirurgico;
Turdo è stato raggiunto da due colpi al torace e all’addome;
Pirozzo è morto subito, centrato da un proiettile al collo.
Caccia alle armi e alle moto
Secondo gli investigatori, quella notte sono stati esplosi oltre venti colpi. Le armi usate – due pistole semiautomatiche – non sono state ancora ritrovate. Calvaruso, durante le sue dichiarazioni spontanee davanti al gip, non ha fornito alcuna indicazione su dove possano trovarsi.
I carabinieri del nucleo investigativo di Monreale sono anche alla ricerca di due moto Bmw nere, una GS 1200 e una F850 GS, da cui sarebbero partiti i colpi quella notte.