Strage di Monreale, la rete si stringe: sette ricercati, spunta anche una ragazza

Le indagini sulla strage di Monreale si allargano. Secondo quanto ricostruito da Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia, sarebbero almeno sette i soggetti ancora nel mirino degli inquirenti. Tre – Calvaruso, Acquisto e Conti – sono già in carcere. Altri quattro volti sono stati identificati grazie a una foto circolata sui social subito dopo la notte del 27 aprile. All’appello mancano ancora tre figure chiave: l’autore dello scatto, un uomo con la barba folta e nera e una ragazza, la cui presenza è stata segnalata da più testimoni.

Le indagini puntano a chiarire se queste ultime due persone fossero effettivamente presenti nel commando o se si tratti di una distorsione percettiva dovuta al caos generato dalla sparatoria. Tuttavia, è certo che i cinque scooter partiti dallo Zen con a bordo i giovani protagonisti dell’agguato non fossero sconosciuti a Monreale. Anzi, secondo alcune testimonianze, frequentavano abitualmente la piazza cittadina. Uno dei coinvolti era stato persino riconosciuto da Salvo Turdo come il presunto autore del furto di uno scooter, elemento che potrebbe aver innescato la lite.

Il commando, che ha sparato una ventina di colpi lasciando a terra tre vittime, sarebbe stato supportato nelle ore successive da almeno due fiancheggiatori, che avrebbero aiutato i responsabili a fuggire e a disfarsi delle prove. Alcuni indagati si sarebbero resi irreperibili subito dopo, altri avrebbero continuato a muoversi con apparente normalità. I cellulari e le armi risultano al momento scomparsi.

Intanto proseguono gli interrogatori. Mattias Conti, difeso dall’avvocato Francesco Oddo, ha scelto il silenzio, rilasciando solo dichiarazioni spontanee in cui si è detto “dispiaciuto” per l’accaduto e ha chiesto che «le indagini facciano piena luce». Salvatore Calvaruso, il primo ad essere arrestato, ha ammesso di aver sparato, sostenendo di essere stato aggredito prima. Samuel Acquisto, invece, ha tentato di minimizzare il proprio ruolo: “Portavo solo la moto”, ha detto ai magistrati, negando di aver visto Calvaruso e di conoscere chi avesse prestato il mezzo.

Resta ancora da chiarire l’identità dell’uomo con la barba e della ragazza. Le verifiche proseguono, così come la raccolta di testimonianze, video e riscontri oggettivi. Il cerchio si stringe, ma la rete di complicità e silenzi rende ancora complessa la piena ricostruzione di quanto avvenuto quella notte. Una notte che ha cambiato per sempre Monreale.