Salernitana in pressing sulla Lega B: chiesto l’allargamento del campionato a 22 squadre

Si è conclusa nella mattinata di oggi l’Assemblea di Lega Serie B, riunione che – pur nella sua durata contenuta e nei toni collaborativi – ha confermato l’esistenza di forti tensioni latenti nel mondo del calcio cadetto. Il presidente Paolo Bedin ha aperto i lavori illustrando le ragioni che hanno portato al rinvio dei playout, decisione assunta dopo il deferimento del Brescia da parte della Procura Federale. A seguire, alcune società hanno preso la parola per esprimere le proprie valutazioni: tra queste, anche la Salernitana.
Il club granata, rappresentato dall’amministratore delegato Maurizio Milan e dal segretario generale Massimiliano Dibrogni, ha ribadito con forza la propria posizione, sostenendo di essere stata penalizzata dal rinvio dello spareggio salvezza e rilanciando la proposta di un allargamento del campionato a 22 squadre per la stagione 2024/25. La Salernitana, in particolare, ha chiesto che venga tenuta in considerazione la sua situazione, affermando di aver subito un danno sportivo dall’interruzione della programmazione legata ai playout originariamente previsti contro il Frosinone.
Fuori dalle mura dell’assemblea, anche la tifoseria ha voluto far sentire la propria voce. All’esterno della sede della Lega B in via Rosellini a Milano è infatti comparso uno striscione firmato dai gruppi organizzati dei supporter granata con la scritta inequivocabile: «Salerno non si piega». Un’iniziativa simbolica ma significativa, a testimonianza dell’attenzione altissima che circonda questo momento cruciale per il futuro del torneo cadetto.
Pur non essendo all’ordine del giorno una discussione formale sul “caso Brescia”, né votazioni definitive, l’assemblea odierna ha segnato un passaggio importante per definire gli equilibri futuri della Serie B. Il confronto tra le società ha confermato la complessità della situazione, che sarà influenzata anche dall’esito dell’udienza del 29 maggio presso il Tribunale Federale Nazionale. Da lì, tutto potrebbe cambiare. Ma a Salerno, intanto, si continua a chiedere rispetto.