Nicola Binda: «Palermo e Baldini, esempio da seguire nei playoff»

Il giornalista sportivo Nicola Binda è intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com per commentare le dinamiche dei playoff e le difficoltà economiche che affliggono il calcio italiano, soprattutto nelle categorie inferiori.

In apertura, Binda ha analizzato la finale playoff tra Pescara e Ternana, sottolineando come la vittoria dell’andata abbia leggermente spostato gli equilibri:
«La vittoria di ieri ha spostato l’asticella un po’ dalla parte del Pescara, ma in queste finali non si ha nulla da perdere. La Ternana andrà a Pescara per cercare di vincere: ci sono ancora tempi supplementari ed eventuali rigori. In queste gare playoff cambia proprio il calcio. Non sono partite di campionato, e io sono per fare più playoff e meno gare di campionato».

Binda ha poi elogiato il lavoro di Silvio Baldini, attuale tecnico del Pescara, evidenziando il suo approccio vincente:
«Baldini ha capito che i playoff sono un’opportunità che vale quanto il campionato. Lo aveva già dimostrato a Palermo e lo sta riproponendo a Pescara. Non parlava a vanvera quando diceva che li avrebbero vinti: tanti allenatori li sottovalutano, non ci arrivano preparati. Lui invece ha capito la giusta teoria».

Secondo Binda, i playoff premiano chi sa preparare al meglio il momento decisivo:
«Ci sono state tante squadre anonime in campionato e strepitose ai playoff: conta molto arrivare preparati in questo mese, è una strategia da pianificare in anticipo».

Iscrizioni e crisi economica

Il giornalista ha poi espresso la propria preoccupazione per le difficoltà finanziarie di molte società italiane:
«La morte di una società non è mai una cosa bella, auguro a tutte di adempiere all’iscrizione. Ma la situazione generale fa capire che così non si può andare avanti».

Infine, un appello alla riforma del sistema calcistico e alla consapevolezza da parte di tifosi e imprenditori:
«Dalla B in giù è un calcio che produce pochi introiti. Se non si fa in fretta una riforma, tutto diventa complicato. Venerdì vedremo uno specchio realistico della situazione, anche se tanti ce la faranno per il rotto della cuffia. Gli imprenditori sono spaventati a fare calcio in Italia, e i tifosi dovrebbero capire che partecipare a tornei professionistici non è un atto dovuto, ma un privilegio».