Il Monza cambia pelle: Fininvest cede agli americani, Baldissoni garante del futuro

Il Monza è pronto a voltare pagina. In settimana dovrebbero arrivare le firme preliminari, e la chiusura dell’operazione è prevista entro ottobre: dopo otto anni sotto il controllo della famiglia Berlusconi e di Fininvest, il club passerà a un fondo americano rappresentato in Italia da Mauro Baldissoni, ex vicepresidente della Roma. L’ingresso iniziale avverrà tramite la formula del vendor loan, per l’80% delle quote, lasciando Fininvest ancora coinvolta per alcuni mesi.
Adriano Galliani, figura storica e simbolo del progetto Monza, resterà come garante e riferimento istituzionale almeno fino al 2025, incarnando l’identità biancorossa anche nel nuovo corso.
Dopo l’uscita definitiva della famiglia Berlusconi dal calcio – a 39 anni dall’inizio del loro percorso – si chiude un’epoca. Il Monza era sul mercato già da tempo, prima della scomparsa del presidente: vari soggetti si erano fatti avanti, tra cui l’editore greco Marinakis, il fondo Orienta, la statunitense Gamco, Red Bull e perfino l’ex patron del Leeds, Radrizzani. Alla fine, l’ha spuntata il gruppo legato a Baldissoni, che ha scelto Nicolas Burdisso come nuovo direttore sportivo.
Galliani ha già impostato il progetto tecnico per tentare subito la risalita in Serie A: sono arrivati Sardo e Obiang, è stato rinnovato Keita Baldé e confermato il prestito di Zeroli. Accordi in arrivo anche con Adorni, Lezzerini e Besaggio del Brescia, operazioni che saranno formalizzate dal 1° luglio. Ma la nuova proprietà è intenzionata a intervenire a 360 gradi, e già il tecnico Paolo Bianco – ufficializzato solo pochi giorni fa – è a rischio, in attesa delle decisioni dei nuovi vertici.
Otto anni intensi quelli targati Fininvest, iniziati nel 2018 con l’idea lanciata da Galliani a Berlusconi durante un pranzo di famiglia. Il resto è storia: due promozioni, due salvezze in Serie A e una finale playoff storica vinta a Pisa il 29 maggio 2022, con Berlusconi in tribuna e la squadra costruita secondo la sua visione: «Voglio ragazzi bravi, italiani, senza tatuaggi né orecchini, e sempre disponibili con i tifosi».
Il primo anno in Serie A non parte bene, con Stroppa esonerato e Palladino in panchina. Ma da lì nasce un Monza capace di battere Juventus, Inter e Napoli nella sua stagione di debutto nel massimo campionato, sfiorando una clamorosa qualificazione europea.
Poi, il risveglio. Dopo la scomparsa di Berlusconi, il progetto ha perso slancio e la retrocessione del 2024 ha chiuso un ciclo. Ora si apre un nuovo capitolo: il Monza riparte dagli americani, da Baldissoni, da Burdisso e da una piazza che ha ancora voglia di sognare.