Iervolino non si arrende: «Salernitana, ripartiamo. Forse era meglio tenere Inzaghi»

Il patron ammette gli errori, attacca il sistema e promette: «Resto per ricostruire». Sulla panchina: «Con il senno di poi, forse dovevamo continuare con Pippo»

La notte più amara della Salernitana non coincide con l’addio di Danilo Iervolino. Dopo la retrocessione in Serie C, il presidente granata rompe il silenzio e si assume ogni responsabilità, ma rilancia. Come racconta Tullio Calzone sul Corriere dello Sport, l’imprenditore napoletano – a capo del club dal 2022 – non solo riconosce gli errori di gestione, ma accusa apertamente arbitri e istituzioni di aver minato l’equità sportiva.

«Salernitana-Sampdoria è stata una delle serate più amare della nostra stagione», ha dichiarato Iervolino a Calzone per il Corriere dello Sport. «Un rigore netto non concesso, un gol regolare annullato, un altro convalidato nonostante un fallo simile: è inaccettabile. E poi il playout giocato un mese dopo la fine del campionato, con danni evidenti su preparazione e concentrazione».

L’ammissione su Inzaghi: «Forse dovevamo continuare con lui»

Nel colloquio con il Corriere dello Sport, Iervolino si sofferma anche sulla girandola in panchina che ha caratterizzato la stagione. «Cambiare due direttori sportivi e quattro allenatori è stato un errore evidente», ha ammesso. E su Pippo Inzaghi: «Con il senno di poi, forse sì, sarebbe stato meglio tenerlo. In quel momento ho pensato fosse giusto cambiare, ma oggi credo che la continuità avrebbe pagato di più».

Autocritica, amarezza e voglia di ripartire

«Ho sbagliato a fidarmi di scelte tecniche sbagliate, a non costruire una base stabile, a credere troppo nei cambiamenti. Ma l’ho fatto sempre in buona fede», ha spiegato Iervolino a Calzone, nell’intervista pubblicata sul Corriere dello Sport. «Mi sono ritrovato con ventitré calciatori in scadenza e ho pensato che la fame potesse fare la differenza. Invece non ha funzionato. Ripartiremo con più solidità».

Sul fronte infrastrutturale, il presidente ha ammesso un altro fallimento: «Speravo nel sostegno della classe imprenditoriale salernitana, ma sono rimasto solo. Ho provato a stimolare sinergie, ma ho trovato freddezza. Senza una comunità coesa, costruire è difficile».

Accuse al sistema: «Regole diverse per chi ha debiti»

Iervolino non si è limitato all’autocritica. Come sottolinea ancora Calzone sul Corriere dello Sport, il patron ha puntato il dito anche contro le incongruenze del sistema: «Chi rispetta i parametri spesso si ritrova penalizzato. Chi ha bilanci disastrosi, invece, riceve nuove opportunità. Il calcio italiano ha bisogno di una riforma seria, altrimenti gli investitori spariranno».

Infine, un messaggio chiaro: «Non mollo. Non ho mai amato le uscite di scena. Amo le sfide, e questa è forse la più dura. Ma io resto. Perché chi ama davvero, resta. E io amo questa maglia e questa città».