Escl. Stam: «Palermo sfida affascinante per Inzaghi. Opportunità Gattuso e su Simone Inzaghi in Arabia…»

“Riportando il Pisa in Serie A dopo tanti anni di assenza, Inzaghi ha ottenuto un grande risultato. Poi però bisogna comunque fare delle scelte. Penso che in molti si aspettassero una sua permanenza e che si giocasse le sue carte nella massima serie. Palermo rappresenta una sfida ambiziosa, un club prestigioso che ha voglia di tornare in Serie A. La scelta è stata coraggiosa, ma le ambizioni del Palermo sono importanti e così la dirigenza ha deciso di puntare fortemente su di lui”. Queste le considerazioni ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com dell’ex difensore Jaap Stam, compagno di squadra del neo tecnico del Palermo Filippo Inzaghi ai tempi del Milan.
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Un altro suo compagno, Gattuso, è stato nominato CT dell’Italia. Cosa pensa di questo nuovo scenario?
«Dopo aver maturato una certa esperienza in vari club, questa è certamente una nuova sfida e allo stesso tempo un’opportunità per lui. Si tratta di un impegno totalmente diverso rispetto ad allenare un club: si ha poco tempo a disposizione e si deve lavorare molto sui rapporti personali con i calciatori. In tal senso penso che Gattuso sia abbastanza bravo. È chiaro che sarà un impegno importante, considerate le alte aspettative che hanno i tifosi della Nazionale azzurra».
Cosa ci può raccontare del suo rapporto con Gattuso?
«Ho avuto un ottimo rapporto con lui. È una persona molto disponibile e amichevole, nonostante dall’esterno possa dare l’impressione di essere sempre arrabbiato. In campo poi mi piaceva molto il suo modo di giocare. Era molto aggressivo ma allo stesso tempo era dotato di buona tecnica. È stato veramente un piacere giocare con lui».
Un suo ex compagno alla Lazio invece, Simone Inzaghi, è volato in Arabia. Si aspettava questa scelta?
«Onestamente no, considerata anche la presenza di qualche rumors che lo voleva vicino a qualche panchina importante in Premier. Sono rimasto molto impressionato dal suo lavoro all’Inter, ma del resto ha sempre avuto una grande attenzione ai dettagli anche quando giocavamo insieme, sempre alla ricerca di spunti per migliorare. È chiaro che ci possono essere stati interessi di natura economica, anche se devo dire che negli ultimi anni è salito il livello del campionato arabo. Personalmente però avrei preferito vederlo alla guida di un club di Premier».
Nel Milan invece è tornato Allegri. Pensa che i rossoneri possano tornare ai vecchi fasti?
«Parliamo di un allenatore esperto che ha fatto cose importanti nella sua carriera. I risultati nella scorsa stagione in casa rossonera non sono arrivati, nonostante una buona struttura nel management con la presenza anche di Zlatan (Ibrahimovic, ndr) e gli investimenti fatti sul mercato. Non è facile quando cambi tanto e allo stesso tempo le tue rivali si rafforzano. Al Milan però sei chiamato a vincere trofei. Allegri è consapevole di cosa significhi guidare questo club e magari saprà già anche cosa aspettarsi dai giocatori in rosa. Mi aspetto un anno da protagonisti per i rossoneri».
Un anno da protagonisti ma senza Reijnders, che ha scelto il Manchester City. Condivide questa decisione?
«Penso abbia fatto la scelta giusta. Lato Milan è chiaro che è difficile da accettare, considerata la grande qualità dimostrata dal ragazzo giocando sotto pressione. È migliorato tantissimo nel campionato italiano. Posso però comprendere la sua scelta: quando ti chiama un club come il City guidato da un manager importante come Guardiola è difficile dire di no. Per il Milan è dura, ma lo sta diventando in generale per i club italiani. Da un po’ di tempo infatti i giocatori in grado di distinguersi poi migrano verso la Premier League».
Lei ha vestito le maglie di Lazio e Milan. È stato vicino ad altri club in Italia?
«Certo che sì. Quando giocavo nel Manchester sarei potuto andare sia alla Juventus che all’Inter, ma poi scelsi la Lazio perché fu la più rapida e decisa di tutte. Successivamente poi ogni anno registravo l’interesse di Juventus, Inter e Milan. Scelsi i rossoneri, nonostante presentarono l’offerta più bassa delle tre, per il grande blasone e per le pagine importanti di storia scritte da altri miei connazionali nel club».
Cosa pensa del ritorno di Sarri alla Lazio?
«Lo ritengo un ottimo allenatore e ha dalla sua anche una conoscenza della piazza. Sono innamorato della Lazio e della sua tifoseria. Per queste ragioni spero che nel prossimo campionato possano centrare risultati importanti».
Peggio la vostra sconfitta a Istanbul contro il Liverpool in rimonta o quella schiacciante dell’Inter con il PSG?
«Senza dubbio la nostra. Dominammo la partita contro il Liverpool, subendo una clamorosa rimonta in sei minuti nel secondo tempo. Nonostante ciò tornammo a creare occasioni, dovendoci poi arrendere ai rigori. A volte le finali vanno così. Nel caso della finale tra PSG e Inter invece non c’è stata proprio partita. La vittoria dei francesi è stata netta e i nerazzurri non sono mai entrati in partita. Per tali ragioni quindi ritengo peggiore la nostra Istanbul rispetto alla sconfitta di quest’anno dell’Inter in finale».