Cala il sipario sulla stagione del Palermo, e lo fa nel modo più amaro: fuori al primo turno dei playoff per mano di una Juve Stabia straordinariamente determinata, che vola meritatamente in semifinale. Il gol di Adorante al 67’ condanna la squadra di Alessio Dionisi, incapace di reagire, disordinata e deludente.

Come sottolineato da Tullio Calzone sul Corriere dello Sport, il Palermo paga una stagione «indecifrabile e incoerente con le potenzialità dell’organico», chiusa con l’ottavo posto e senza mai dare la sensazione di poter realmente lottare per la Serie A. La squadra di Guido Pagliuca, invece, ha dimostrato tutto il contrario: organizzazione, coraggio, spirito. E un pubblico che ha spinto fino all’ultimo.
Juve Stabia padrona, Palermo confuso

La cronaca del match racconta molto. Dopo un avvio equilibrato, è la Juve Stabia a costruire le occasioni più pericolose: palo di Floriani Mussolini al 30’, poi due chance clamorose con Adorante e Candellone, quest’ultimo a porta praticamente vuota. Il Palermo risponde solo con un tiro sull’esterno della rete di Pohjanpalo al 39’.

Nella ripresa, i gialloblù restano compatti e aggressivi. Thiam salva i suoi su una punizione velenosa di Brunori, ma l’unico errore difensivo rosanero – una lettura sbagliata di Baniya – spalanca la strada ad Adorante per l’1-0 che decide il match. Come scrive ancora Calzone sul Corriere dello Sport, il Palermo «non riesce mai a organizzare una vera gara d’assedio», e il risultato è lo specchio fedele del campo.

La fotografia di un fallimento

L’impressione è netta: la Juve Stabia ha corso il triplo, ha giocato con più fame e più lucidità. L’unico rammarico per i padroni di casa è quello di non aver chiuso prima il match. Il Palermo si affida ai soliti noti – Pohjanpalo l’ultimo a mollare, Ceccaroni pericoloso nel finale – ma è tutto inutile. Al fischio finale esplode la festa dei campani, mentre per il Palermo si aprono solo interrogativi.
E ora?

Il futuro di Dionisi è appeso a un filo, ma più in generale si prospetta una vera e propria rivoluzione. Il City Group, che ha investito pesantemente in rosa e infrastruttura, dovrà ripartire da una base profondamente rinnovata. La sensazione è che qualcosa di profondo vada ripensato, a partire dalla costruzione dell’identità tecnica e del rapporto con la piazza.

Nel frattempo, la Juve Stabia guarda avanti: il 21 maggio c’è la Cremonese, e per Pagliuca, come conclude Calzone, «non ci sono ostacoli impossibili verso un sogno che è già realtà».