Una stagione fatta di contraddizioni e rimpianti, ma anche di exploit inattesi. Uno dei pochi appigli a cui il Palermo può aggrapparsi è la sua capacità di esaltarsi contro le grandi. Come ricorda Paolo Vannini sul Corriere dello Sport, contro le sette squadre che lo precedono in classifica, i rosanero hanno ottenuto sei vittorie, tre delle quali in trasferta: a Castellammare di Stabia, ma anche a Cremona e Catanzaro. A Spezia, addirittura, vincevano 2-0 fino al 92’.

Più che orgoglio, spesso assente in altre occasioni, si tratta forse di un’identità tattica che si adatta meglio ad avversari più strutturati, capaci di lasciare spazi. Domani, però, al “Menti”, non ci saranno calcoli da fare: bisogna solo vincere. Serve una prova di coraggio, intelligenza e soprattutto quel cinismo che troppe volte è mancato.

Una finale sul sintetico del “Menti”

Il clima attorno alla squadra resta teso. Come sottolinea ancora Vannini su Corriere dello Sport, la Curva Nord ha ribadito il suo distacco, annunciando che non seguirà né la trasferta né una possibile semifinale. Non è bastato il faticoso approdo ai playoff a ricucire lo strappo. Eppure, dal centro sportivo di Torretta continuano ad arrivare segnali di fiducia: «Non è finita finché non è finita», ha detto ancora ieri Alessio Dionisi, rilanciando lo spirito battagliero.

Nel frattempo, si è ripetuta la visita-lampo dell’avvocato Galassi, membro del CdA rosanero e rappresentante del City Football Group. Un faccia a faccia con la squadra per stimolare tutti verso l’ultimo sforzo prima delle valutazioni definitive, che arriveranno a bocce ferme.
Dionisi: «Non sbaglieremo. È la nostra finale»

Il tecnico rosanero, in conferenza stampa, ha chiarito le ragioni del silenzio post Carrarese:

«Mi scuso per non aver parlato dopo la partita, ma volevo stare vicino ai ragazzi. La priorità era preparare questa sfida, che per noi è una finale».

Dionisi ha poi sottolineato l’importanza dell’approccio mentale:

«Il primo tempo contro la Carrarese non mi è piaciuto per niente. Ma domani non sbaglieremo. Abbiamo un risultato da ottenere in 90’, forse 120’. La Juve Stabia ha fatto più di noi in stagione, ma mi fido dei miei giocatori. Li abbiamo battuti due volte, ma non sarà la stessa partita. Ci crediamo tutti, daremo il massimo anche se non sappiamo se basterà».

Ora la palla passa al campo. E ai suoi ragazzi, chiamati a seguire davvero il loro allenatore, fino in fondo.