È finita l’avventura di Alessio Dionisi sulla panchina del Palermo. Una chiusura inevitabile dopo un’annata segnata da più ombre che luci, nella stagione più complessa da quando il City Football Group ha acquisito il club. Come riportato da Alessandro Geraci su “la Repubblica – Palermo”, il tecnico toscano è ormai ai titoli di coda: domani sarà l’ultimo giorno in rosanero, con il classico clima teso di fine ciclo.

L’eliminazione dai playoff – centrati solo all’ultima giornata – e il malcontento crescente della tifoseria, culminato in una contestazione durissima, hanno accelerato i tempi del divorzio. Dionisi aveva firmato un biennale con opzione per il terzo anno, ma il progetto non ha mai realmente preso quota. Risultati altalenanti, errori gestionali e comunicazione discutibile hanno segnato la sua esperienza, ormai giunta al capolinea.

Il club cambia volto, ma non subito

L’esonero del tecnico ex Sassuolo, secondo quanto riporta ancora Geraci su “la Repubblica – Palermo”, non sarà immediatamente ufficiale: prima vanno sistemate le posizioni apicali all’interno della società. Il consigliere del CFG in Italia, Alberto Galassi, ha dichiarato che a decidere sarà il ds Carlo Osti, ribadendo che le scelte operative vengono prese a Palermo. Tuttavia, è noto che Dionisi sia stato voluto da Riccardo Bigon, e che ogni decisione strategica passi sempre da Manchester.

La società, intanto, sembra orientata a proseguire con l’attuale amministratore delegato Giovanni Gardini e con Osti, in scadenza a giugno, per portare avanti il lavoro iniziato a gennaio con gli innesti di Magnani, Pohjanpalo e Audero (il cui riscatto appare però difficile).

Bilancio negativo e comunicazione sbagliata

Il bilancio della stagione di Dionisi è chiaro: 16 sconfitte e 15 vittorie, numeri troppo magri per una piazza ambiziosa. Il rapporto con i tifosi si è deteriorato presto: dai malumori legati alla gestione di Brunori, fino ai tanti cambi di modulo e alle scelte discutibili come l’inserimento forzato di Vasic. La squadra non ha mai trovato una vera identità, e anche le dichiarazioni del tecnico hanno spesso alimentato la frattura con l’ambiente.

Frasi come «Non sono io a scendere in campo» o «Sono venuto bene in foto?», in risposta a uno striscione di contestazione, hanno finito per esasperare anche i più pazienti. Così, mentre si prepara il congedo, parte il toto-allenatore: sul taccuino ci sarebbero Fabio Pecchia, Pippo Inzaghi (ora al Pisa) e Alberto Gilardino, reduce dall’addio al Genoa.

Come ha ribadito Galassi, il City Group “non prende decisioni sull’emotività”, ma stavolta l’analisi razionale ha portato a un verdetto chiaro: il ciclo Dionisi è terminato.