«Stadi agili, moderni e sostenibili»: la road map dell’Italia verso Euro 2032

Michele Uva, direttore esecutivo UEFA per la sostenibilità sociale e ambientale, ha delineato una visione chiara sul futuro degli stadi italiani ed europei in occasione del Social Football Summit di Torino.

«Ci sono cinque pilastri che reggono la sostenibilità ed ognuno sostiene l’altro. La sostenibilità sta diventando un tema abusato, ma dobbiamo inserire questi elementi in una strategia concreta», ha spiegato Uva, sottolineando l’importanza della pianificazione.

Gli investimenti sulla sostenibilità

«Molti vedono questo percorso come un costo, ma in realtà è un investimento. Oggi esiste una sana competizione tra organizzazioni per creare percorsi comuni e ciò apre nuove risorse».
Uva ha ricordato il contratto con il primo sponsor interamente dedicato alla sostenibilità e le 95 azioni messe in campo durante l’Europeo femminile. «I cinque pilastri sono sempre legati tra loro e non possono essere separati».

La piramide della sostenibilità

«La piramide è un processo top-down. La UEFA parla con Federazioni e club e l’obiettivo è arrivare al 2030 raggiungendo la base della piramide: i tifosi, che vengono influenzati dal calcio».

L’Italia e i nuovi stadi

Sulla situazione italiana, Uva si mostra ottimista:
«Sono molto positivo. L’Italia ha tempo fino al primo ottobre per presentare i cinque stadi. L’Allianz Stadium ha già tutti i parametri, ma anche gli altri impianti sono sulla buona strada. L’importante è l’impegno della FIGC, del Ministero dello Sport e dei commissari dell’impiantistica».

Alla domanda sui parametri UEFA, Uva ha chiarito: «Sono 132 in totale e il 20% riguarda la sostenibilità».

Il nuovo San Siro e gli impianti moderni

«Il nuovo San Siro sarà uno stadio moderno. L’Allianz Stadium è stato inaugurato anni fa, ma sembra ancora nuovo. La cosa fondamentale è creare un impianto flessibile e agile, che possa aumentare la capienza e adattarsi agli spazi».

Riguardo ai progetti di Udinese e Atalanta:
«Cinque stadi nuovi in Italia sono stati realizzati da imprenditori privati. I grandi investitori devono accelerare sulle infrastrutture. Lo stesso vale per Roma e per tutte le grandi città che si stanno muovendo in vista di Euro 2032».

Uno sguardo al futuro

«Dopo cinque anni ritengo giusto lasciare una legacy, ma continuerò a occuparmi di progetti strategici come Euro 2032. I ricavi di un Europeo sono redistribuiti al 97% a tutto il calcio europeo: è questo l’impatto che conta».