Avellino, D’Agostino: «Lescano non si muove. Stadio? Riapriremo la Curva Nord»

 

Il presidente dell’Avellino, Angelo Antonio D’Agostino, è intervenuto durante un evento al Carcere Borbonico per fare il punto sul mercato e sul futuro dello stadio. Le sue dichiarazioni, riportate da TuttoAvellino.it, toccano i temi più caldi del momento.

«La memoria non bisogna mai dimenticarla – ha esordito – è molto importante ricordare il passato perché sulla storia si può costruire un futuro migliore. Noi stiamo cercando di fare il massimo, vogliamo collegarci a quello. Ci siamo quasi, siamo ai nastri di partenza, manca poco, è un momento molto intenso e già dalla prossima settimana entreremo nel vivo».

Sul mercato, il patron biancoverde ha ribadito: «Stiamo lavorando verso una direzione. Speriamo che sia quella giusta. Favilli? Ci sono diversi nomi, fino a quando non c’è la firma bisogna essere cauti. Credo che siano nomi importanti ma c’è bisogno di cautela. Le uscite? C’è da lavorare, comunque sono ragazzi che hanno vinto un campionato, hanno fatto bene, hanno mercato, vediamo, stiamo lavorando su vari fronti».

Netta la risposta sul futuro di Facundo Lescano, al centro di alcune voci: «No no, ci sono trattative in uscita ma non di questa portata».

Il presidente si è poi soffermato sul tema stadio: «Appena ci danno la possibilità di entrare con la fine dei lavori, ci attiveremo anche per l’ampliamento della Curva Nord e per dare la possibilità a tutti i tifosi di poterci seguire. Abbiamo già in mente tutte le attività da fare. Soprattutto la Curva Nord è una cosa che vogliamo cercare di fare e ci darebbe una possibilità di poter ampliare tanto la capienza».

Infine, un commento sulla situazione politica cittadina: «Mi auguro che il Sindaco possa continuare il mandato, sarebbe per noi tutto più agevole. Con l’arrivo di un Commissario magari si potrebbero rallentare i tempi, ma siamo fiduciosi».

Un riferimento anche alla storia del club: «Un mito dal passato? Per me sono tutti uguali, Lombardi ha fatto la storia, ha dato tanto e noi dobbiamo partire da lì».