Strage di Monreale, fermato il 18enne Samuel Acquisto: è accusato di aver istigato il complice Calvaruso

Ha solo 18 anni Samuel Acquisto, il giovane fermato questa notte dai carabinieri con l’accusa di aver avuto un ruolo chiave nella strage di Monreale. Secondo le indagini, sarebbe stato lui a istigare Salvatore Calvaruso – suo amico fraterno – a sparare durante la notte di sangue. I due ragazzi, legati da un passato condiviso nel mondo della boxe, si conoscono da anni: sui social circolano numerose foto che li ritraggono insieme sul ring e nei quartieri popolari dove sono cresciuti. Entrambi, infatti, avevano abbandonato lo sport circa quattro anni fa, lasciandosi alle spalle i guantoni per immergersi in una realtà ben più pericolosa.

Cresciuti per strada, Samuel e Salvatore erano già noti alle forze dell’ordine per episodi di risse e furti. A confermarlo non sono solo i verbali delle inchieste, ma anche i racconti dei residenti dello Zen, dove – secondo quanto emerso – si sarebbero formate vere e proprie bande giovanili. Gruppi che, armati e organizzati, escono nel fine settimana per mettere a segno colpi: furti di motocicli, batterie di monopattini e aggressioni improvvise.

Proprio tra i casermoni dello Zen, i carabinieri hanno rintracciato uno dei motocicli presenti la sera della sparatoria. È lì che ieri sera Samuel Acquisto è stato localizzato, mentre gli investigatori stavano conducendo gli accertamenti tecnici. Il ragazzo, forse consapevole del cerchio che si stava stringendo, si è presentato spontaneamente alla polizia accompagnato dal proprio legale.

A inchiodarlo, tuttavia, sarebbero state le immagini di videosorveglianza: diversi esercizi commerciali hanno fornito ai carabinieri filmati che lo mostrano chiaramente alla guida della BMW con cui, insieme alla comitiva di palermitani, ha raggiunto Monreale quella sera. Le telecamere lo riprendono non solo all’arrivo nella cittadina, ma anche nel pieno dell’azione di fuoco e nella successiva fuga.

Davanti agli inquirenti, Acquisto ha ammesso di essere stato presente durante la sparatoria. Ma ha scelto di non rispondere a nessuna domanda sul proprio ruolo e su quello dei suoi eventuali complici. Un silenzio che, però, non basterà a fermare l’inchiesta.