Spezia-Cremonese, finale da dentro o fuori: «Episodi ed energie saranno decisivi»

Sarà una partita a scacchi lunga 180 minuti, quella tra Spezia e Cremonese, che si affronteranno nella finale playoff per l’ultimo posto disponibile in Serie A. Due squadre che, come evidenzia Tullio Calzone sul Corriere dello Sport, hanno inseguito a lungo la promozione diretta, poi andata a Sassuolo e Pisa, e ora si ritrovano a giocarsi tutto in una sfida senza ritorno.
Una lotteria imprevedibile, dove a fare la differenza saranno gli episodi e le energie residue, più che le idee tattiche. Ne sono convinti anche due grandi conoscitori della categoria, interpellati da Calzone per il Corriere dello Sport: Giorgio Perinetti, direttore sportivo con promozioni nel curriculum a Bari, Siena e Palermo, e Alessandro Calori, ex difensore e allenatore che ha vissuto in panchina l’intensità dei playoff.
Perinetti: «Stroppa ha esperienza e una rosa fortissima»
«Stroppa ha dalla sua parte l’esperienza», afferma Perinetti. «Lo seguivo già da ragazzo nel settore giovanile del Milan. È sempre stato un profilo interessante e non a caso Berlusconi lo apprezzava molto. Ha già vinto la B e ora guida una Cremonese molto attrezzata. Prevedo una sfida equilibrata».
Calori conferma: «Negli spareggi l’intensità può fare la differenza. Sono partite sempre sul filo, dove contano le gambe ma anche la testa».
D’Angelo parte avanti, ma «in 180 minuti tutto può cambiare»
Luca D’Angelo, tecnico dello Spezia, può contare sulla miglior posizione ottenuta al termine della regular season. Ma la sfida, articolata tra l’andata allo “Zini” e il ritorno al “Picco”, è tutt’altro che scontata. «Il vantaggio è solo apparente – avverte Perinetti – perché in due partite tutto può riallinearsi».
Anche il calore delle due tifoserie, abituate a respirare aria di Serie A, potrebbe giocare un ruolo chiave. «In questi contesti la tenuta psicologica è decisiva», sottolinea ancora il dirigente romano.
Precedenti alla mano, ma il passato conta poco
Numeri alla mano, Stroppa ha già affrontato il Pisa in 9 occasioni, collezionando 4 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte sulle panchine di Crotone, Monza e Cremonese. D’Angelo, invece, ha incrociato la Cremonese 12 volte (5 vittorie, 4 pareggi, 3 ko) guidando Alessandria, Pisa e Spezia. Ma – come conclude Calori – «in una finale il passato non conta. È il presente a decidere tutto».