Sampdoria, Mancini: «Serie A in 3 anni, ma magari possiamo anticipare i tempi»

L’edizione odierna de “Il Messaggero” si sofferma sulla gara tra Palermo e Sampdoria.

«È un impegno che sento in maniera diversa dagli altri, il peso della responsabilità è enorme e per questo lavoro notte e giorno per aiutare la Samp a risalire. Questa società è stata una famiglia per tutti noi Mancini e quindi non voglio deludere il patron Radrizzani e il presidente Manfredi che hanno creduto in me e non voglio deludere neanche mio padre che della Samp ha fatto la sua e la nostra squadra del cuore”. Parla così dalle colonne dell’edizione umbra del Messaggero Andrea Mancini, direttore sportivo della Sampdoria, soffermandosi anche sul cognome pesante che porta: “Ci sono dei vantaggi, ma poi ti devi fare da solo, perché il nome non basta più, e anche degli svantaggi perché devi sempre dimostrare di non essere il figlio di…».

Spazio poi ai sogni da realizzare: «Un giorno mi piacerebbe lavorare in un club con mio padre allenatore così potrei sgridarlo in qualche occasione. Ribaltando i ruoli di una vita. – prosegue ancora Mancini jr – Doveva lasciare dopo gli Europei, quella era stata un’impresa irripetibile, invece lui era convinto di poter andare al Mondiale e di vincerlo, così è finita male. Non voglio giudicare la scelta di andare in Arabia, perché davanti a certe offerte è difficile dire di no. Ma vedrete che farà bene anche in un Paese dove il calcio non è ancora al top».

Infine il ritorno al presente con la sfida play off contro il Palermo in vista: «Sapevamo che era una stagione di transizione, ma l’abbiamo affrontata nel modo migliore nonostante avessimo il mercato chiuso per le sanzioni provocate dalla vecchia gestione. – conclude il direttore sportivo – Abbiamo giocato con giovani del 2003, ragazzi come Esposito, Stankovic, Pedrola, Ghilardi, Facundo e Leoni sono stati delle sorprese. Vorremmo salire in serie A entro tre anni ma con la forza delle idee magari possiamo anticipare i tempi».