Un Palermo che diverte, domina e convince. È questo il verdetto della prima giornata di campionato, che ha visto i rosanero imporsi contro la Reggiana con una prestazione autoritaria. Eppure, come sottolinea Massimo Norrito su Repubblica Palermo, non mancano i paradossi: solo un anno fa si parlava di Dionisi come scelta “giochista” in grado di garantire spettacolo, mentre Inzaghi veniva inserito nella lista degli allenatori “pragmatici”, più attenti al risultato che alla bellezza del gioco.

I fatti, però, hanno raccontato altro. «Inzaghi ha centrato la promozione, D’Angelo l’ha sfiorata, Dionisi ha fallito», ricorda Norrito su Repubblica Palermo. E oggi il tecnico piacentino ha guidato il Palermo a una vittoria che ha sorpreso anche i più scettici: 89 minuti su 90 di possesso palla, produzione costante di occasioni, due gol realizzati (più uno annullato per fuorigioco millimetrico) e una difesa mai in affanno.

Per l’editorialista di Repubblica Palermo, il “nuovo” Inzaghi somiglia a un avatar “giochista”: «I rosa hanno giocato in verticale, sfruttando fasce e inserimenti, e hanno mostrato carattere nel reagire al pareggio, laddove lo scorso anno avrebbero perso». Una trasformazione che, pur considerando il valore dell’avversario e il contesto della prima giornata, non può passare inosservata.

Il merito, scrive ancora Norrito su Repubblica Palermo, è di un progetto diverso rispetto alla scorsa stagione: una squadra costruita con certezze, con un gruppo di calciatori abituati alla Serie A e desiderosi di tornarci, senza rinunciare allo spazio per i giovani. Un organico completato da Osti con lavoro sapiente e affidato a un tecnico che, oltre a risultati e gioco, ha saputo instaurare da subito un legame speciale con la città.

Le immagini di Inzaghi in campo con il figlio dopo la vittoria, conclude Norrito su Repubblica Palermo, sono la fotografia perfetta: il campione del mondo del 2006 ha sposato la causa rosanero, calandosi fino in fondo nella realtà del club e della città. Un atteggiamento radicalmente diverso rispetto al distacco che aveva caratterizzato altre gestioni recenti.