L’arrivo di Joel Pohjanpalo è sicuramente una buona notizia per il Palermo, così come lo è stato l’innesto di Giangiacomo Magnani, già visto all’opera contro il Pisa. Ma, come evidenzia Massimo Norrito su Repubblica Palermo, il problema principale della squadra rosanero sembra andare oltre il valore dei singoli giocatori.

A quasi sei mesi dall’inizio del campionato e con il girone di ritorno ormai inoltrato, il Palermo di Alessio Dionisi appare ancora privo di una vera identità tattica e caratteriale.

Sembrava che il passaggio al 3-5-2 potesse rappresentare la svolta, soprattutto dopo le vittorie contro Modena e Juve Stabia, ma la squadra è rapidamente tornata alle vecchie problematiche. La partita contro il Pisa ne è stata la prova più lampante: Dionisi ha cambiato ben cinque giocatori, compreso il portiere, rinnegando di fatto le scelte precedenti e finendo per condizionare pesantemente l’atteggiamento iniziale della squadra. Il risultato? Un primo tempo da dimenticare, un secondo tempo giocato più con i nervi che con il gioco e la decima sconfitta stagionale, la terza in casa.

Il distacco dalle prime in classifica diventa sempre più pesante, mentre sugli spalti del Renzo Barbera si fanno sentire i fischi di un pubblico che sta progressivamente perdendo fiducia. Rimane lo zoccolo duro del tifo, ma la delusione cresce, così come l’incertezza sul futuro di questa stagione.

L’arrivo di Pohjanpalo e di altri rinforzi può aiutare, ma il problema principale resta: senza una guida chiara e un’identità definita, il Palermo rischia di restare impantanato in un campionato deludente, dove ogni certezza sembra destinata a svanire nel giro di poche partite.