Corriere dello Sport: “Palermo, palle inattive. L’arma letale di Inzaghi”
Secondo quanto riportato da Paolo Vannini sul Corriere dello Sport, più della metà dei gol del Palermo arriva da palla ferma. Nessun rigore (ai rosanero non ne è stato ancora assegnato uno), nessuna punizione diretta — nonostante in organico figurino specialisti come Palumbo e Ranocchia — ma una varietà di azioni nate da situazioni statiche: corner, calci piazzati e persino rimesse laterali. Proprio da queste ultime sono nate due reti significative in avvio di stagione: quella di Le Douaron contro il Bari e quella di Bani a Cesena.
Come sottolinea ancora Vannini sul Corriere dello Sport, anche la gara di La Spezia ha confermato il trend: il Palermo ha colpito due volte da palla ferma. Pohjanpalo ha sfruttato una spizzata di Le Douaron dopo un calcio battuto da Augello e Palumbo, mentre Pierozzi ha raddoppiato su un corner capitalizzato da Veroli. Su dieci gol totali — considerando anche la Coppa Italia — sei sono arrivati da schemi su palla ferma. Tra questi figurano il colpo di testa di Pohjanpalo a Bolzano, nato da un corner di Ranocchia deviato da Le Douaron, e la rete di Peda a Udine in Coppa, su un cross di Augello dopo una battuta corta.
Il Corriere dello Sport, nell’analisi firmata da Paolo Vannini, evidenzia come non si tratti di coincidenze ma di un lavoro metodico, costruito per valorizzare le caratteristiche della rosa. I rosanero possono contare su saltatori con grande senso del tempo, centrocampisti dal piede educato come Palumbo, Ranocchia, Blin e Augello, e un terminale offensivo letale come Pohjanpalo.
Un dato che testimonia la mano di Filippo Inzaghi, tecnico pragmatico e attento ai dettagli. Il Corriere dello Sport ricorda come già il suo Pisa, lo scorso anno, avesse realizzato ben 26 gol su palla ferma, contando anche i rigori. All’epoca il lavoro era supportato da Miguel Veloso, ex regista con doti da specialista dei calci piazzati. Oggi, a Palermo, Inzaghi continua a curare la fase offensiva con lo stesso rigore metodologico, coadiuvato dal vice D’Angelo e dal match analyst Simone Baggio.
Un approccio che conferma la filosofia dell’allenatore: il Palermo non sarà una squadra da calcio spettacolare, ma una formazione capace di colpire con precisione chirurgica. Una squadra consapevole di ciò che serve per restare in alto.
