Daniel McClory, presidente esecutivo della Juve Stabia, ha tracciato le linee guida del futuro del club nel corso di una lunga intervista concessa a ViviCentro.it. Dalla costruzione di un progetto solido all’attenzione per i tifosi, fino alle strategie di mercato, il dirigente statunitense ha illustrato la visione di una società ambiziosa ma consapevole.
«Come ho già detto» – ha spiegato McClory – «stiamo gettando le basi per costruire un progetto che, entro tre anni, possa tentare di raggiungere la massima serie e magari guadagnarsi il “diritto di cittadinanza sportiva”, con una auspicabile permanenza nelle categorie più importanti del calcio nazionale. Naturalmente, le leggi del campo decidono il destino di una squadra, ma faremo tutto il possibile per provarci. Anche dedicare risorse mirate al settore giovanile e femminile della Juve Stabia è una priorità assoluta».
Ampio spazio anche al rapporto con i tifosi, che McClory considera il cuore pulsante del progetto: «I tifosi hanno sempre il diritto di criticare, ma anche il dovere di sostenere la squadra quando le cose non vanno bene. Il nostro impegno sarà massimo, ma come si dice, “la palla è rotonda!”. Stiamo avviando un progetto per migliorare l’impianto sportivo affinché i tifosi possano essere accolti in modo più confortevole. Inoltre, stiamo valutando con l’amministrazione comunale la disponibilità di un’area da adibire a parcheggio per consentire ai cittadini di godersi la partita senza disagi. Abbiamo un team marketing che sta lavorando a un interessante progetto di fidelizzazione proprio per garantire che i tifosi siano sempre più affezionati e vicini alla squadra».
Infine, un passaggio sul calciomercato e sulla gestione economica: «Lo sforzo profuso nel calciomercato è stato notevole. Abbiamo colto le opportunità che il mercato offriva, ma queste hanno avuto un impatto sulle finanze del club. Equilibrio finanziario e sostenibilità sono concetti che devono essere chiari a tutti. In occasione della partita contro il Mantova ho fatto i complimenti alla squadra, all’allenatore e al direttore sportivo. Questi giocatori danno tutto in campo, e questo è encomiabile».
