Maurizio Sarri: «Un anno difficile tra lutti e malattie. Aspetto il progetto giusto per tornare»

Maurizio Sarri/ fonte LaPresse- ilovepalermocalcio.com

Tra ricordi dolorosi, passioni mai sopite e una voglia di tornare che attende solo il progetto giusto, Maurizio Sarri si racconta in un’intervista al Corriere della Sera. In un anno segnato da tragedie familiari e momenti difficili, l’allenatore toscano parla della sua pausa dal calcio, delle offerte ricevute, del futuro che immagina e delle sue passioni fuori dal campo.

Un anno di lutti e difficoltà
Il 2023 è stato un anno complicato per Sarri. «Ho perso mia madre e uno zio a cui ero molto legato. Mia moglie è stata in terapia intensiva e io stesso ho avuto un infortunio. È stato un periodo duro, ma adesso stiamo cercando di riprenderci», racconta il tecnico.

La sofferenza familiare ha inevitabilmente influenzato la sua decisione di prendersi una pausa dopo le dimissioni dalla Lazio, avvenute quasi un anno fa. Ma la passione per il calcio è rimasta intatta: «Mi manca l’adrenalina, la preparazione quotidiana della partita, il contatto con il gruppo. Mi piace tutto del calcio, tranne il mercato: sembra sempre la soluzione a ogni problema, ma si parla troppo poco di come sviluppare i talenti».

Offerte ricevute e il rifiuto all’Arabia Saudita
Nonostante la pausa, Sarri non è rimasto lontano dalle attenzioni del mercato. Ha ricevuto diverse proposte, alcune particolarmente allettanti. «Ho ricevuto offerte da vari continenti, anche una ricchissima dall’Arabia Saudita, ma nessuna mi ha fatto scattare quel clic interiore necessario per rimettermi in gioco», spiega.

Riguardo alle voci su un possibile approdo al Milan, che avrebbe poi optato per Sergio Conceiçao, Sarri non conferma né smentisce: «Non rispondo nello specifico, ma alcune proposte erano formulate in modo da non farmi vacillare».

L’allenatore chiarisce quali siano le sue priorità: «Aspetto un grande progetto, qualcosa che mi dia entusiasmo. Ho lavorato in squadre importanti negli ultimi 10 anni, ora cerco la chiamata giusta. Altrimenti rimango fermo».

L’Italia nel cuore, ma la Premier affascina sempre
Se potesse scegliere, Sarri non ha dubbi su dove vorrebbe tornare ad allenare: «Il campionato italiano è casa mia, è quello che meglio si adatta alle mie caratteristiche. Ma anche la Premier League ha un fascino unico».

Il legame con l’Inghilterra, dopo l’esperienza al Chelsea, è rimasto forte. «La Premier è un campionato straordinario, e il clima che si respira negli stadi è ineguagliabile».

Le sue passioni: libri, ciclismo e… sigarette
Lontano dal campo, Sarri coltiva altre passioni, in primis la lettura e il ciclismo. Nel suo studio campeggia un enorme televisore che trasmette l’UAE Tour di ciclismo, «il mio secondo amore», racconta. Sulla scrivania, un elenco meticolosamente scritto a mano dei libri da leggere e delle partite da guardare.

«Quando non ho voglia di impegnarmi, mi rifugio nei gialli. Ma il calcio è sempre con me: guardo tantissime partite, ma studiarle è un altro lavoro, richiede almeno tre ore per ogni gara».

E poi c’è Ciro, il cane meticcio che ha salvato dalla strada e che ora fa parte della famiglia Sarri: «L’ho trovato davanti a Castel Volturno mentre mangiavo un toast. Gli diedi un pezzo e da quel giorno non se n’è più andato».

Il Sarri-pensiero: tra tattica, big data e ricordi di mercato
Sempre fedele alle sue idee di calcio, Sarri riflette sul peso crescente dei dati e delle statistiche nel calcio moderno: «Sono stato uno dei primi ad usarli, ma devono restare un parametro, non l’unica guida».

Sulla sua carriera, ammette che il momento più “mancato” fu nel 2015, quando il passaggio al Milan sembrava fatto: «Dopo il colloquio, Galliani mi disse che la trattativa stava andando a buon fine. Poi non lo sentii più. Credo che Berlusconi abbia cambiato idea dopo aver letto una mia intervista in cui dicevo che non avrei votato Renzi perché troppo a destra, come lui».

Sul giocatore che più gli è rimasto nel cuore, Sarri non ha dubbi: «Riccardo Saponara. Un ragazzo sensibile e delicato che avrebbe potuto avere una carriera straordinaria».

I rapporti con i presidenti e il ricordo della Juventus
Non mancano riflessioni sui presidenti con cui ha lavorato: «De Laurentiis è una persona complessa, ma gli sarò sempre riconoscente per avermi dato la possibilità di allenare la squadra che tifavo da bambino. Con Lotito il rapporto era buono, anche se nell’ultimo periodo ci sono stati scontri. Dopo la vendita di Milinkovic-Savic, mi aspettavo rinforzi che non sono arrivati».

Sulla parentesi alla Juventus e il rapporto con Andrea Agnelli: «Era il punto di riferimento assoluto della società. E poi c’è stato Abramovich al Chelsea, meno freddo e più ironico di quanto si dica».

Tra tutti, però, il più simpatico? «Corsi dell’Empoli. Un vero personaggio».

Il futuro di Sarri: “Aspetto il progetto giusto”
Nonostante il momento difficile vissuto, Sarri non ha perso la voglia di tornare in panchina. «Mi manca l’adrenalina del campo, ma aspetto la chiamata giusta. Non ho intenzione di accettare offerte tanto per lavorare».

La sigaretta, fedele compagna in ogni momento della sua carriera, è ancora lì, tra le sue dita: «Il mio rapporto con il fumo? Disastroso, direi», scherza Sarri.

E mentre attende una nuova avventura, tra partite da studiare, libri da leggere e ciclismo in TV, il tecnico toscano rimane fedele a se stesso: burbero all’apparenza, ma profondo e appassionato come pochi.