L’urlo di Sodinha: «Il calcio fa schifo. È solo relazioni e favoritismi»

Felipe Sodinha, ex fantasista del Bari, non le manda a dire. In un’intervista ricca di contenuti e toni forti, il brasiliano ha espresso la sua visione amara sul mondo del calcio, criticando apertamente i meccanismi che regolano oggi il sistema professionistico.

«Purtroppo il calcio è brutto da vedere. Non c’è più amore, non c’è più passione per quello che facciamo – ha dichiarato Sodinha –. Dietro c’è una mafia, non è più chi è più bravo a giocare: si fanno favoritismi, contano le relazioni». Una denuncia netta, che lascia poco spazio all’interpretazione e riflette il disincanto di chi ha vissuto il pallone da dentro.

Parlando del Bari, però, l’ex calciatore ha mostrato parole di stima e fiducia nei confronti della società: «Secondo me è una società seria, che vuole fare bene e che ha progetti importanti. Vedere il Bari in B mi fa male, ma credo abbiano la volontà di portarlo nella categoria che merita. E la Serie A è la casa giusta per il Bari, per lo stadio, la tifoseria, la storia».

Sulla proprietà De Laurentiis, spesso criticata da parte della tifoseria, Sodinha ha una visione più pragmatica: «Capisco che qualcuno si senta messo in secondo piano, ma avere dietro una società come il Napoli non è una brutta cosa. I prestiti fanno parte del sistema, certo, a volte i tifosi restano delusi, ma il calcio oggi è anche questo. Oggi non è più tutto meritocratico. Non sempre gioca chi è più bravo».

Un passaggio anche sul mercato e sulla qualità di alcuni profili: «Giocatori come Gytkjaer, Dickmann, Moncini sono di categoria. Non sono fenomeni, ma possono giocare tranquillamente in Serie B. Sono seri, professionisti veri. Possono dare una mano».

E sul tecnico Caserta: «Mi sembra uno con personalità. Serve uno così in una piazza come Bari. Ma deve essere lasciato libero di decidere: l’allenatore deve fare l’allenatore».

Infine, un pensiero sulla Serie B, campionato che Sodinha conosce bene: «La struttura, l’ottanta per cento delle squadre deve avere un gruppo, un gruppo solido, un gruppo unito che non molla mai. Il gruppo conta tantissimo, al di là della qualità dei singoli giocatori».