Il sole di fine maggio tra Pisa e Forte dei Marmi fa da cornice malinconica alla fine di una storia destinata a chiudersi: quella tra Filippo Inzaghi e il Pisa. Dopo giorni di colloqui e riflessioni, l’incontro in Versilia tra l’allenatore e la dirigenza nerazzurra ha portato all’esito meno auspicato: la separazione.

Come racconta Lorenzo Vero su La Nazione di Pisa, la rottura sarebbe maturata per divergenze insanabili sul progetto tecnico. Inzaghi, reduce da esperienze complicate in Serie A e ben consapevole delle difficoltà della categoria, avrebbe chiesto garanzie importanti sul rafforzamento della rosa. Ma il Pisa ha ribadito la propria filosofia: investire con equilibrio, senza rinnegare la sostenibilità economica.

«La Serie A è un altro sport», aveva avvisato Inzaghi. Ma l’allineamento tra le visioni non è mai arrivato.

Un addio che pesa per tutti

Il divorzio arriva a quaranta giorni dal ritiro, creando un nuovo anno zero per il club. Per Inzaghi, che aveva dichiarato di trovarsi bene e di avere ancora due anni di contratto, è una delusione professionale e personale. Per la società, significa ripartire in fretta, con nuove valutazioni in corso sul prossimo allenatore. Per i tifosi, è un epilogo amaro: Superpippo era amatissimo.

Nel frattempo, Inzaghi valuta altre proposte: su tutte, quella concreta del Palermo. Anche il Pisa si è già attivato per individuare il suo successore.