Gazzetta dello Sport: “Rabbia Brescia, tifosi in piazza «Una farsa organizzata per salvare qualcun altro»”

BRESCIA – La pazienza è finita. Come racconta Matteo Brega per la Gazzetta dello Sport, l’esasperazione dei tifosi del Brescia ha raggiunto il punto di rottura. In piazza della Loggia, cuore simbolico della città, circa 700 sostenitori, convocati dalla Curva Nord, si sono radunati per esprimere tutta la rabbia e la frustrazione di una piazza che teme il peggio: la retrocessione in Serie C e l’ennesimo terremoto societario.

Tra gli striscioni di protesta campeggia una maglietta viola con il numero 17 e il cognome “Cellino”, sfottò neanche troppo velato verso la nota scaramanzia del presidente. L’obiettivo della contestazione è chiaro: Massimo Cellino, da tempo al centro delle critiche per una gestione considerata opaca e divisiva. «Cellino, ora vattene», si legge su uno degli striscioni più fotografati della serata.

Un’onda di rabbia dopo 24 ore drammatiche

La manifestazione arriva all’indomani di notizie che potrebbero cambiare per sempre il destino del club: le irregolarità finanziarie emerse negli ultimi giorni, abbinate alla decisione della Lega B di sospendere i playout tra Frosinone e Salernitana, hanno gettato ulteriori ombre sul futuro del Brescia. La squadra, dopo aver evitato la retrocessione diretta all’ultima giornata, si ritrova ora a rischiare la Serie C fuori dal campo.

«Figc e Lega mafia»: striscioni anche contro le istituzioni

Come sottolinea Brega, i cori e gli striscioni non si sono limitati a Cellino. Molti tifosi hanno puntato il dito anche contro le istituzioni calcistiche, accusate di favoritismi e scarsa trasparenza: «Figc e Lega prima mafia in Italia» e «Giocate con la pelle delle tifoserie» i messaggi affissi in piazza. Presente anche una delegazione del Comune, con l’assessore allo Sport Alessandro Cantoni e il consigliere d’opposizione Fabio Rolfi, che hanno promesso impegno, ricevendo comunque fischi e contestazioni.

La Curva Nord: «Una farsa organizzata per salvare qualcun altro»

Dal megafono, il portavoce della Curva Nord, Enzo Ghidesi, ha parlato di «farsa organizzata dalla Federcalcio per salvare qualcun altro». E aggiunge: «Non ci stupiremmo se si decidesse di giocare la prossima Serie B a 22 squadre pur di mantenere qualche piazza storica». Il popolo bresciano chiede la rimozione immediata di Cellino, definito ormai il principale ostacolo al futuro del club.

Anche Omar Pedrini in difesa del Brescia

Tra le voci critiche, anche quella del cantautore Omar Pedrini, intervenuto al Tg regionale della Rai:

«Sono basito. Dopo una rincorsa così difficile, vedersi togliere tutto è inaccettabile. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, ma mi chiedo: perché tirare fuori una vicenda di mesi fa solo a fine campionato? Brescia ha un pubblico da Premier League. Non merita la C».

Presidi ovunque: dalla sede al centro sportivo, fino alla casa di Cellino

La tensione è altissima, e non solo in piazza. Le forze dell’ordine hanno blindato i punti sensibili: la sede del club, il centro sportivo di Torbole Casaglia e persino la residenza di Cellino sul lago di Garda. I primi segnali di rivolta erano già arrivati domenica, quando diversi tifosi si erano radunati spontaneamente sotto la sede del club, anticipando la manifestazione pubblica di lunedì sera.

Una città in attesa: attenzione massima, rabbia crescente

Come conclude Matteo Brega su la Gazzetta dello Sport, il clima in città è elettrico. Il sentimento è unanime: Cellino deve lasciare. L’attenzione resta altissima, così come la rabbia di una tifoseria che teme di vedere sfumare sul più bello una salvezza guadagnata, almeno sul campo. Brescia resta in bilico. E con lei, la pazienza della sua gente.