Foggia si confessa: «Spero ancora in Baldini. E il messaggio di Bentivegna mi ha fatto scendere lacrime»

Un tavolo per due a Marechiaro, vista Posillipo. È lì che Pasquale Foggia e Silvio Baldini si ritroveranno per un pranzo che profuma di rinnovo e futuro. Come racconta Ivano Di Sciascio su «Tuttosport», tra uno spaghetto alle vongole e una Falanghina, si parlerà della prossima stagione del Pescara. Con un sentimento chiaro: la volontà di continuare insieme.

«Sono fiducioso – dice Foggia – ma la decisione spetta a lui». E su cosa abbia fatto la differenza: «Baldini ti entra nella testa. Ti fa faticare, certo, ma tutti dicono la stessa cosa: ti fa stare bene».

Plizzari e Letizia: il passato e il futuro

Foggia ripercorre anche l’epopea dei rigori contro la Ternana, tra intuizioni mistiche e boati da brividi: «Non li ho guardati, fissavo il cielo. Quando Letizia ci ha detto “Ho sognato di tirare il quinto”, ho capito che qualcosa di magico stava accadendo».

Quanto a Plizzari, il portiere eroe: «È del Venezia. Tornare? Difficile, ma mai dire mai». Diverso il discorso per Letizia: «Aveva il riscatto automatico solo con la promozione e 20 presenze. Ne ha fatte 18, ma sarà il nostro primo acquisto. Si è riscattato a Pescara, merita tutto».

Il mercato: Dagasso verso l’addio, ma il futuro è Berardi

La Serie A chiama, e Dagasso è il nome più cercato: «Non possiamo negarlo. È un giocatore da massima serie. E per lui è giusto non opporsi. Ma – aggiunge Foggia su «Tuttosport» – abbiamo già il nuovo Dagasso in casa: si chiama Lorenzo Berardi, classe 2006. Mezzala moderna, strappo, agilità, visione. Immaginatevi un Barella con qualche centimetro in più».

Un ritiro “a casa” e una squadra con identità

Il progetto per la prossima stagione è già in movimento: «Stiamo valutando Pescara stessa come sede del ritiro, per rafforzare il legame con la città. Sul mercato, siamo già avanti con due o tre innesti. Ma ovviamente aspetto l’allenatore prima di concludere. Il DNA resterà quello: squadra coraggiosa, generosa, che corre e gioca insieme».

Sul presidente, sulla Nazionale e su un messaggio da brividi

Foggia non ha dubbi: «Daniele Sebastiani è un presidente come pochi. Ha tenuto duro nei momenti più difficili, non ha mai trasmesso incertezza. Questa promozione è anche e soprattutto sua».

Tra le emozioni più forti del post-vittoria, Foggia ne cita una: «Il messaggio di Accursio Bentivegna. Mi ha fatto piangere. Parole di una sensibilità unica».

E sulla Nazionale: «Ai miei tempi piangevo se non venivo convocato. Oggi sembra un peso. Serve ritrovare orgoglio e appartenenza. E se devo fare un nome per il dopo-Spalletti? Silvio Baldini sarebbe perfetto. Ma spero resti con noi».