Corriere dello Sport: “Palermo torna indecifrabile. Dionisi a picco”

Il Palermo ha perso se stesso. Lo ha fatto nel momento in cui avrebbe dovuto trovare la propria identità, nel rush finale verso i playoff. Come sottolinea Paolo Vannini sul Corriere dello Sport, la sconfitta di Cesena rappresenta la 14ª stagionale: un dato impensabile a inizio anno, quasi surreale per una squadra costruita per salire e per una piazza che pretende ben altro.

Vannini evidenzia come il vero problema non siano solo i numeri, ma l’atteggiamento: «Comandare la partita e perdere», come accaduto ancora una volta al Manuzzi, è diventata una costante. E ciò che più sconcerta è la reiterazione di errori già visti e non corretti. L’allenatore Alessio Dionisi continua a ripetere in conferenza stampa le stesse dichiarazioni post-partita, mostrando una sorta di rassegnazione che in una piazza come Palermo suona quasi come un’ammissione di impotenza.

Nessuna scossa in vista, ma i precedenti…

Come riporta Vannini sul Corriere dello Sport, la proprietà non ha preso in considerazione l’idea di un cambio in panchina, nonostante i precedenti nella storia rosanero (da Sella al posto di Sonzogni nel 2001, fino al ritorno lampo di Guidolin nel 2007). Il modello gestionale del City Group, però, esclude interventi d’emergenza di questo tipo. L’obiettivo rimane quello di accedere ai playoff, rimandando le analisi più profonde a fine stagione.

Eppure, fa notare Vannini, qualcosa va necessariamente rivisto: dalla scelta del tecnico front-man – che si è rivelata fallimentare con Corini e ora con Dionisi – fino al modo in cui la squadra è stata costruita psicologicamente. Perché il blackout rosanero è mentale, più che tattico o atletico.

Due partite per salvare tutto

Il Palermo ha ancora due gare per restare aggrappato ai playoff: Frosinone in casa e poi la Carrarese. Ma l’ambiente attorno, scrive ancora il Corriere dello Sport, è tutt’altro che entusiasta. L’unica possibilità, scrive Vannini, è «trovare dentro di sé le forze psicologiche per non fallire persino l’ingresso fra le prime 8». Serve fame, concretezza, voglia di ribaltare un destino che, dopo la vittoria illusoria di Catanzaro, è tornato a tingersi di nero.

«Dal primo tempo col Sudtirol – osserva Vannini – la squadra è andata in tilt». Nessuno riesce più a cambiare l’inerzia delle partite, nonostante la qualità sulla carta. A Cesena, come in altre tante occasioni, attaccava il Palermo e segnavano gli altri.

Il tempo per i processi arriverà presto. Ora servono punti. Ora serve cuore. E un Palermo che si aiuti da solo.