
Il rifiuto di Claudio Ranieri ha lasciato un vuoto pesante e acceso nuove riflessioni in casa FIGC. Come scrive Fabrizio Patania sul Corriere dello Sport, la situazione della Nazionale è critica: il Mondiale 2026 si allontana e l’Italia rischia di vivere una nuova esclusione storica, dopo quelle già subite nel 2018 e nel 2022. Gravina aveva pianificato un annuncio immediato – la risoluzione con Spalletti e l’ingresso di Ranieri già ieri, martedì – ma la frenata dell’ex tecnico del Cagliari ha scombinato tutto. A Coverciano, intanto, è apparso perfino uno striscione di contestazione.
La Nazionale tornerà in campo a settembre contro Estonia e Israele, due partite decisive sul neutro di Debrecen, in Ungheria. Vietato fallire: in palio c’è il secondo posto nel girone e l’eventuale accesso ai playoff, ormai diventati un traguardo ambito. La strada è stretta, i margini di errore inesistenti. La priorità è dunque scegliere in fretta, ma senza commettere errori.
Il profilo: niente “giochisti”, serve un tecnico pragmatico
Come riporta Fabrizio Patania sulle colonne del Corriere dello Sport, la FIGC cerca un “istant coach”: un allenatore concreto, empatico, capace di motivare e incidere subito con solo due giorni di allenamento. Un nome di prestigio, che sappia dare una scossa. In questo scenario, Ranieri era perfetto. Mancini, invece, è fuori dai giochi per motivi politici e personali, mentre Pioli – sondato da Gravina subito dopo Euro 2024 – sembra destinato alla Fiorentina dopo la sua esperienza all’Al Nassr.
Intanto, torna ciclicamente la suggestione dei “figli di Lippi”: Rino Gattuso è il nome più caldo, davanti a Cannavaro e De Rossi. Secondo quanto rivelato da Fabrizio Patania sul Corriere dello Sport, una telefonata tra Gravina e Gattuso ci sarebbe già stata. L’ex Milan, con la sua immagine da condottiero e la sua esperienza in Serie A, viene considerato un candidato credibile, anche se non privo di controindicazioni.
Mourinho suggestione da sogno, ma quasi impossibile
A sorpresa, Dagospia ha rilanciato l’ipotesi José Mourinho. Lo Special One, oggi legato al Fenerbahce fino al 2026, rappresenterebbe un colpo mediatico e motivazionale senza pari. Ma la pista è poco praticabile: la FIGC può contare su un budget di 2,5 milioni lordi (gli stessi lasciati da Spalletti con la risoluzione), e per convincere Mourinho servirebbe un’operazione-monstre, forse possibile solo con un sostegno esterno da parte degli sponsor, come accadde con Antonio Conte nel 2014.
In definitiva, la panchina azzurra è vacante e la caccia è aperta. Evitare perditempo, trovare subito un tecnico vero, con carisma e concretezza: è questa la missione di Gravina. Intanto, la paura di saltare un terzo Mondiale consecutivo resta palpabile. E l’Italia, a pochi mesi dalle prossime qualificazioni, continua a navigare a vista.