Escl. Chamot: «Inzaghi amante delle sfide. Una volta Gascoigne nello spogliatoio…»

“La decisione di Inzaghi di lasciare il Pisa per tornare in B un po’ mi sorprende. Un allenatore che riporta nella massima serie una squadra, infatti, potrebbe anche avere la voglia di proseguire il percorso iniziato. Conosco però Pippo e so che lui è un grande amante delle sfide. Le scelte poi sono sempre personali e come tali è giusto che vengano sempre rispettate”. Queste le riflessioni ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com dell’ex difensore José Chamot, compagno di squadra al Milan di Filippo Inzaghi, prossimo allenatore del Palermo.

C’è qualcosa in particolare che ricorda del suo rapporto con Inzaghi?
«Con lui ho condiviso molte esperienze e devo dire tutte positive. Ricordo che dopo poco tempo dal mio arrivo al Milan, spendeva sempre belle parole nei miei riguardi, sottolineando come fosse difficile affrontarmi nel corso degli allenamenti. Ricevere certi complimenti da un giocatore che aveva già fatto cose importanti alla Juventus rappresentò per me un motivo di grande vanto».

Cosa ha pensato quando ha saputo della promozione in A del Pisa?
«Pisa è stato un punto di partenza importante della mia carriera da calciatore. Nel recente passato mi aveva reso felice la promozione in B centrata con il mio ex compagno Gattuso. Adesso sono molto contento per il risultato storico raggiunto da Inzaghi. Ho avuto la fortuna di giocare con calciatori importanti sia in Italia che all’estero, un aspetto molto gratificante. Sono rimasto in contatto con alcune persone a Pisa e anche per me quest’ultimi sono stati giorni di festa».

La Lazio riparte da Sarri, il Milan da Allegri. Cosa pensa di questi ritorni?
«Se Milan e Lazio hanno deciso di richiamare due allenatori del passato, vuol dire che questi hanno lasciato un segno nel club. Allegri e Sarri hanno dimostrato di essere due allenatori validi, e non sono io a dirlo ma i loro numeri. Questo può essere un punto di partenza importante per i due club».

Lei alla Lazio ha avuto come compagno Paul Gascoigne. C’è qualche episodio che ricorda in particolare?
«Su Gascoigne si potrebbe scrivere un libro. È stato un compagno che poteva farti ridere tanto e a volte anche arrabbiare. Alla Lazio una volta, dopo un allenamento, eravamo seduti uno vicino all’altro nello spogliatoio e ricordo che chiamò un dirigente iniziando a parlare con lui in inglese. Quest’ultimo notai che mi guardava ma, non comprendendo l’inglese, non capii bene il perché. Lo stesso Gascoigne mi disse poi che gli aveva raccontato che al rientro negli spogliatoi mi aveva trovato frugare di nascosto nel suo portafoglio e che gli avevo sottratto del denaro. Il dirigente comunicò a Paul che si trattava di un episodio grave, del quale avrebbe dovuto mettere al corrente il Presidente. Gli dissi subito di dirgli che scherzava e, dopo aver retto ancora un po’ il gioco, gli comunicò che si era inventato quella storia. Il tutto alla fine si concluse a suon di risate».

Gli attaccanti che hanno avuto Zeman lo esaltano. Vale anche per i difensori, visto che lei ha vissuto anni importanti con il boemo al Foggia prima e alla Lazio poi?
«Ho avuto il piacere di lavorare con grandissimi allenatori, ma devo dire che Zeman resta tra i miei preferiti. Ho condiviso con lui momenti speciali, imparando tante cose importanti. Tra queste, l’idea di giocare sempre ogni partita con l’intento di vincere. Ha avuto un ruolo importante nella mia carriera e lo porterò sempre nel mio cuore».