Brescia, l’ora della verità: servono 7 milioni entro oggi per evitare il baratro

Ore d’ansia a Brescia, dove il futuro di 114 anni di storia calcistica è appeso a un filo. Il presidente Massimo Cellino, ancora ieri irreperibile, non aveva ancora effettuato i pagamenti necessari per mettere in regola il club con stipendi e contributi. Una cifra che si aggira intorno ai 7 milioni di euro, anche se – come scrive Cristiano Tognoli su Tuttosport – ci sarebbe stato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per ridurla quasi della metà.
Il tempo però stringe: la scadenza è fissata per oggi alle ore 15, ma per completare tutte le pratiche gli uffici del club hanno bisogno di almeno quattro o cinque ore. Nella notte, quella in cui Cellino – abituato a lavorare quando gli altri dormono – prende spesso le sue decisioni, il direttore generale Andrea Mastropasqua e il segretario Simone Praticò avrebbero potuto ricevere l’input per eseguire i bonifici salvavita. Il rischio? Una clamorosa ripartenza dai Dilettanti.
Un bluff o l’ennesima prova di forza?
Chi conosce Cellino assicura che il suo silenzio sia calcolato: un bluff per ottenere il massimo nella trattativa con il gruppo Marroccu-Scuola, che nei giorni scorsi ha inviato un contratto dettagliato per rilevare il club. Una manovra che, secondo Tognoli su Tuttosport, permetterebbe a Cellino di chiudere con profitto un’avventura lunga otto anni, iniziata nel 2017 con l’acquisto del Brescia per 6,5 milioni di euro.
Eppure la città trema. Le voci si rincorrono, il presidente non risponde alle telefonate, e nemmeno alle istituzioni. L’assessore allo sport del Comune di Brescia, Alessandro Cantoni, ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione: «È fondamentale che, approssimandosi i termini di scadenza, il presidente Cellino garantisca l’iscrizione della squadra al prossimo campionato. Chi ha guidato il Brescia non può sottrarsi alle responsabilità verso la città e i tifosi. Il calcio a Brescia è identità, comunità, passione, e come tale va difeso».
Una squadra in sospeso
Il quadro resta nebuloso, anche perché Cellino, pur non avendo difficoltà economiche, rischierebbe ora di esporsi a conseguenze giudiziarie che coinvolgerebbero anche il figlio Edoardo, membro del CdA e già inibito dalla giustizia sportiva. Proprio questa, lo scorso mese, ha spedito il Brescia in Serie C, e c’è chi teme che la storia possa ripetersi con un epilogo ancora più drammatico.
Nonostante i malumori della piazza – con la quale Cellino è in rotta da tempo – in molti faticano a credere che possa davvero mandare in fumo un patrimonio sportivo e simbolico come quello delle Rondinelle.