Agenti contro la Figc: parte la battaglia legale sul nuovo regolamento

Una guerra fredda pronta a diventare caldissima. Le associazioni italiane degli agenti sportivi, A.I.A.C.S. Assoagenti e I.A.F.A., hanno ufficialmente dichiarato guerra alla FIGC. Il motivo? L’adozione del nuovo regolamento che disciplina la categoria, pubblicato ieri dopo l’approvazione da parte del Coni. Un testo che – secondo quanto riportato oggi dal Corriere dello Sport – non solo non rispetterebbe alcuni riferimenti normativi nazionali ed europei, ma rappresenterebbe una forzatura regolamentare imposta unilateralmente dalla Federazione.
La contestazione: “Norme difformi e pubblicazione irrituale”
«Una pubblicazione irrituale ed irragionevole» – si legge nella nota congiunta firmata dalle due associazioni con sede legale a Napoli e Milano – che presenta «una pluralità di disposizioni difformi rispetto agli atti legislativi sovraordinati e al codice civile». Sotto accusa, anche il fatto che il regolamento sarebbe stato emesso «in spregio alle norme applicabili dell’ordinamento nazionale e comunitario in materia di professioni regolamentate».
Mandato agli avvocati: si va in tribunale
Le associazioni non si sono limitate alla protesta: hanno infatti conferito mandato ai rispettivi legali per avviare un’azione legale in tutte le sedi competenti. L’obiettivo, come sottolineato dal Corriere dello Sport, è tutelare «i diritti della categoria professionale degli agenti sportivi, diritti conquistati attraverso anni di battaglie sindacali».
Dialogo chiuso con la Federazione
Non c’è margine per la mediazione. «Interrompiamo qualsiasi forma di dialogo con la FIGC», si legge nel documento. I rappresentanti degli agenti chiedono ora l’intervento diretto del Governo per garantire la corretta applicazione del decreto legislativo 37/21, in attesa dei relativi decreti attuativi. Ma non solo: si parla già di un’iniziativa per affrancare gli agenti sportivi dal controllo dell’ordinamento sportivo, aprendo scenari potenzialmente rivoluzionari.
Il nodo della “domiciliazione”
Uno dei punti più contestati riguarda l’eliminazione del requisito della residenza estera per la cosiddetta “domiciliazione”. Questa modifica – secondo le due associazioni – consentirebbe l’operatività anche a soggetti non in possesso dei requisiti richiesti per esercitare come agente sportivo, creando una disparità normativa e professionale.
La frattura è evidente, e il fronte legale appena aperto rischia di impattare profondamente sul mercato calcistico italiano. Una sfida che, come scrive il Corriere dello Sport, potrebbe cambiare per sempre il rapporto tra FIGC e rappresentanti dei giocatori.