Salernitana, Marino: «Il Var guardava Canale 5. Retrocessione? Troppi errori non nostri»
A pochi giorni dalla dolorosa retrocessione in Serie C, Pasquale Marino rompe il silenzio e affida a Il Mattino le sue riflessioni amare sul playout contro la Sampdoria. Il tecnico della Salernitana, intervistato da Il Mattino, non risparmia critiche su arbitraggi, logistica e scelte regolamentari.
«Sono quattro giorni che non dormo», ha confessato Marino. «Mi sono sentito preso in giro. Ripenso a quei 30 minuti giocati nel ritorno con la Sampdoria: noi non avevamo fatto errori. Altri, invece, sì. E quegli errori sono stati decisivi».
Il riferimento più chiaro è all’episodio del mancato rigore su Soriano. «Il Var? Forse era sintonizzato su Canale 5… Abbiamo chiesto spiegazioni attraverso i canali societari e ci è stato risposto che c’è stato un contatto congiunto piede-pallone. Ma Soriano viene colpito sulla caviglia dopo aver già toccato il pallone. Quel rigore andava dato».
Il tecnico non punta il dito direttamente, ma denuncia un clima generale di irregolarità. «Nell’ultima parte della stagione la regolarità del campionato ha traballato. Dal primo rinvio con il Cittadella in poi si è privilegiata la logistica rispetto alla sequenza delle gare. Cambiando l’ordine, è cambiato anche il peso di alcuni scontri diretti. Se una squadra arriva già salva, è naturale un calo di intensità».
Il racconto si fa più teso ricordando il clima del ritorno. «I ragazzi volevano solo giocare, ma anche loro leggevano le incertezze: ‘si gioca o non si gioca’. All’intervallo hanno visto i replay degli episodi dubbi ed è subentrato uno scoramento pesante. Alcuni hanno addirittura proposto di non tornare in campo. Non penso alla premeditazione, ma l’arbitraggio è stato penalizzante. Gli errori ci sono stati e li abbiamo pagati cari».
Marino evidenzia anche il percorso compiuto e le difficoltà incontrate: «Fino a Cittadella, con una grande rimonta, abbiamo superato anche i problemi fisici che avevamo fin dall’inizio. Poi sono tornati giocatori dalle Nazionali, sono riemersi acciacchi. Ma più di tutto ha pesato l’aspetto psicologico. Noi ci siamo spenti, loro hanno trovato un’energia nuova».
E aggiunge: «La media punti da gennaio, proiettata su 38 giornate, fa 51 punti: il Palermo con 52 ha fatto i playoff. Nelle prime sei gare con me, 9 gol fatti e 5 subiti: una base solida. Alla lunga, però, ci sono mancati anche i gol degli attaccanti».
Sul rapporto con la società, il tecnico è sereno: «Lunedì sentirò Iervolino per fare un bilancio di questi tre mesi. C’è stima reciproca, ci siamo lasciati bene. La permanenza? Se ne sarebbe parlato solo in caso di salvezza. Sono più di 20 anni che non faccio la Serie C».
Infine, uno sguardo al futuro e un dettaglio curioso: «Non so quante chance ci siano per un ripescaggio, se ne occupano i legali. Ma quando si retrocede, è giusto fare reset. Iervolino ha entusiasmo e voglia di ripartire. Spero che presto società e ambiente si ritrovino sulla stessa lunghezza d’onda».
E conclude: «Dopo quella partita sono stato male: intossicazione alimentare, ho mangiato solo un po’ di riso. E non solo io: anche quattro titolari. La società aveva chiesto di rinviare la gara di ritorno al martedì, ma è stato concesso solo fino alla domenica. Due giorni in più avrebbero fatto la differenza».
