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Un’indiscrezione destinata a scuotere gli equilibri del calcio internazionale. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport con la firma di Pippo Russo, l’Uefa starebbe valutando l’esclusione delle squadre israeliane – club e nazionali – dalle competizioni internazionali. Una decisione politica, che arriverebbe a ridosso della finestra di ottobre per le nazionali e, soprattutto, a pochi giorni da Italia-Israele in programma a Udine il 14 ottobre.
Il sito del Times di Londra ha rivelato che la maggioranza dei membri del Comitato esecutivo Uefa sarebbe orientata verso l’estromissione di Israele. Come evidenzia Pippo Russo sul Corriere dello Sport, ciò rappresenterebbe un cambio di rotta inatteso: solo poche settimane fa Aleksander Ćeferin si era dichiarato contrario a esclusioni di natura politica, ricordando come il bando della Russia non avesse contribuito a fermare la guerra in Ucraina.
Tra i fattori che avrebbero inciso sulla svolta vi sarebbe, secondo le ricostruzioni riportate da Pippo Russo sul Corriere dello Sport, il rapporto Onu che parla di «genocidio in corso a Gaza» e, parallelamente, il ruolo di figure influenti come Nasser Al-Khelaïfi, presidente del Paris Saint-Germain e della Qatar Sports Investments, che siede nell’ExCo Uefa come rappresentante dell’ECA. Una dinamica che si intreccia anche con le tensioni tra Israele e Qatar.
Sul fronte italiano, resta delicata la posizione del presidente Figc, Gabriele Gravina, che è anche primo vicepresidente Uefa e membro dell’Emergency Panel. «Indignazione assoluta come uomo, sofferenza per le immagini cui siamo sottoposti quotidianamente. Ma la responsabilità è degli organismi competenti», aveva dichiarato Gravina. Escludere o boicottare Italia-Israele, ha ribadito, sarebbe «un errore madornale».
Un’eventuale estromissione di Israele non avrebbe ripercussioni solo in ambito Uefa, ma anche sulla Fifa. Pippo Russo sul Corriere dello Sport sottolinea che Gianni Infantino si troverebbe ad affrontare una crisi politica di enorme portata, con il rischio di contraccolpi anche nei rapporti con il presidente statunitense Donald Trump, filo-israeliano senza esitazioni e prossimo a ospitare il Mondiale 2026.
Il quadro resta dunque in bilico. Nessuna conferma ufficiale dall’Uefa, ma l’orientamento del Comitato esecutivo appare chiaro. E le conseguenze potrebbero travolgere non solo la politica calcistica europea, ma anche l’equilibrio istituzionale del calcio mondiale.
